Un episodio recente fatto di cronaca giudiziaria riporta sotto i riflettori le dinamiche non sempre serene tra professionisti all’interno delle reti di consulenza finanziaria.
La vicenda è legata a una denuncia presentata da un ex consulente di una banca-rete nostrana.
I fatti risalgono all’estate del 2019, allorquando il consulente, che per la cronaca chiameremo con il nome fittizio di G. , sarebbe stato oggetto di una serie di minacce e di molestie da parte di un regional manager interno alla rete per la quale lavorava.
Le ragioni di queste azioni vessatorie sarebbero riconducibili al fatto che lo stesso consulente non avrebbe convinto un cliente della banca a proseguire un piano di investimenti con l’istituto.
In seguito a questo fatto, sarebbero seguite una serie di azioni intimidatorie culminate con la revoca del mandato al consulente da parte della banca-rete.
All’esito del procedimento penale avvenuto, avviato su denunzia dello stesso consulente, con sentenza pronunciata lo scorso gennaio 2022 dal giudice dell’ udienza preliminare, vi è stata la condanna in primo grado nei confronti del regional manager, colpevole di aver messo in opera una serie di atti persecutori e di violenza privata nell’esercizio delle funzioni nei confronti di G., reati che il GUP ha accertato in seguito alle condotte delittuose poste in essere dal manager.
Le risultanze processuali hanno visto riconoscere come lesi i diritti della ricorrente, condannando in primo grado il regional manager ad otto mesi di reclusione, nonché al pagamento delle spese processuali.
Riconosciuto anche il diritto al risarcimento del danno patito, da liquidare in sede civile, con il diretto interessato che potrà fare ricorso entro 45 giorni dalla sentenza.
E voi, cari consulenti, vi siete mai trovati di fronte a vicende simili? Raccontateci la vostra storia a [email protected], saremo lieti di pubblicarla garantendovi totale anonimato, come sempre.