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Nell’investimento Esg le motivazioni morali degli investitori possono essere alquanto differenti e dunque i criteri di analisi e valutazione delle attività in portafoglio, e i benchmark, dovrebbero essere individuati coerentemente. Per esempio, un approccio di egoismo morale, che utilizza l’Esg per la performance finanziaria, si concentrerà sulla ottimizzazione del profilo di rischio/rendimento del portafoglio, con il rating Esg quale vincolo.

Edonismo e valori
Un orientamento edonista, che usa l’Esg per esprimere la propria identità e compiacersi della motivazione morale, potrebbe orientarsi sulle aziende più sostenibili e di grandi dimensioni, a livello mondiale, utilizzando quale benchmark il The Global 100. Invece, un portafoglio coerente con l’“utilitarismo”, che valuta i titoli e le aziende in base alle conseguenze che generano nel massimizzare il bene per il maggior numero delle persone, potrebbe essere implementato, per esempio, utilizzando il modello del Value Based Leadership per la selezione Esg delle aziende.

Approccio deontologico
Infine, l’approccio deontologico, che valuta le aziende in base al valore morale in sé e per sé della loro attività, indipendentemente dalle circostanze e dalle conseguenze che generano, può essere costruito con un processo di screening negativo come, per esempio, lo standard Triodos, che escluda le società che non operino conformemente ai diritti umani. Non sembra però che l’industria sviluppi tali temi, limitandosi a dichiarare l’utilizzo di criteri Esg che non sono, tuttavia, decodificabili in una prospettiva metaetica.

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