Spotorno, professionista dal 1992, era finito al centro di un caso legato ad operazioni sospette compiute quando lavorava per Azimut, che lo aveva licenziato nel marzo del 2019, prima di venire radiato nell’agosto 2020. Dopo un esposto e numerose denunce ricevute dai carabinieri e dalla guardia di finanza, la Procura di Savona aveva aperto un fascicolo, mentre venivano sequestrati beni e disponibilità finanziarie che si attesterebbero intorno ai 3.5 milioni di euro, con perquisizioni effettuate dalle fiamme gialle nel bar e nel negozio del figlio e della moglie di Spotorno.
Come responsabile civile, Azimut aveva già risarcito alcune parti civili e i truffati che non si erano costituiti nel processo. Come parte lesa, invece, alla società è stato riconosciuto il danno non patrimoniale d’immagine per la condotta avuta dal consulente. Durante il dibattimento erano state ascoltate diverse testimonianze da parte di clienti storici di Spotorno e di Azimut, truffate dal consulente finanziario.
Spostamenti di ingenti somme in conti aperti in banche sconosciute ai clienti, conti prosciugati, firme false e intestazioni di bonifici per acquisti immobili: questi gli scenari che si erano venuti a creare con le persone truffate che riponevano in Giovanni Spotorno la massima fiducia.