Nucleare, gas e sosteniblità, la visione di Consultinvest

Dopo l’ampio dibattito aperto dall’articolo Consulenti, la strana sostenibilità delle scorie nucleari vi proponiamo di seguito un intervento sul tema a firma di Paolo Longeri, Head of Advisory di Consultinvest. Come sempre vi invitiamo a dirci la vostra scrivendoci a [email protected]

La Commissione Europea ha deciso che la produzione di Energia da fonti Nucleari e dalla combustione di Gas Naturale, “sotto certe condizioni”, è accettabile sotto il profilo ESG e che queste possono considerarsi delle vere produzioni “verdi” di Energia.

“Sotto certe condizioni” significa che il settore del Nucleare – che non produce emissioni di CO2 – dovrà dimostrare di saper trattare adeguatamente i suoi rifiuti tossici e avere sistemi di sicurezza avanzati: sotto queste condizioni il Nucleare sarà considerata una attività “verde” fino al 2045. La produzione di energia da Gas Naturale – che invece emette CO2 sia pure in misura decisamente inferiore ad altre tecnologie di combustibili fossili come il carbone – sarà considerata come una tecnologia transitoria per consentire una più agevole transizione a forme ancora più “verdi” (eolico, solare, geotermico, idrogeno e nucleare a fusione fredda).

Questo pronunciamento della Commissione Europea – ancora da ratificare da parte dei Paesi Membri sia pure con elevate probabilità di successo – libererà ingenti risorse finanziarie a favore del settore energetico e delle imprese attive nell’industria energetica con il Nucleare e il Gas e renderà sicuramente più agevole la politica energetica di Paesi come la Francia (con vantaggi indiretti anche per la Svizzera), che è molto esposta al Nucleare, e di quelli massicciamente dipendenti dal Gas Naturale come – tra gli altri – l’Italia e la Spagna e la stessa Germania, che ha recentemente sacrificato il Nucleare.

La forte speculazione sul prezzo del Gas che abbiamo visto essere legata anche alle tensioni geopolitiche con la Russia, da cui l’Europa dipende per l’approvvigionamento del Gas, non poteva che richiedere una soluzione “verde” pro-Gas che, liberando risorse finanziarie ESG, potrà favorire tutta una serie di iniziative industriali atte ad aumentare le fonti di approvvigionamento diversificato di Gas per i Paesi Europei. 

Per non dire che in un Paese come l’Italia una soluzione penalizzante per il Gas avrebbe significato serissimi problemi non solo per l’Industria, ma anche per il Retail – ovvero per quelle famiglie il cui riscaldamento domestico è ormai principalmente basato sul Gas – che si sarebbero trovate in gravi difficoltà economiche e tecnologiche spinte a modificare il proprio approvvigionamento energetico.

Questa importante decisione della Commissione Europea non solo rende più chiaro il contesto di cosa debba essere considerato “verde” da ciò che “verde” non sarà, con importanti ricadute per i Mercati Finanziari, ma è anche il riconoscimento che la transizione energetica verso un futuro “carbon free o “verde” non possa essere ragionevolmente immaginata senza il necessario passaggio per compromessi e situazioni sub-ottimali. Infatti il raggiungimento degli obiettivi della produzione di Energia solo da fonti “verdi” o non da fossili (cd “carbon neutrality”) è ancora lontanissimo e richiederà una enorme quantità di energia che non potrà che essere ancora di tipo fossile.

Basti pensare al settore dell’auto elettrica, dove per consentire la creazione di un agevole sistema logistico di caricamento rapido ampiamente disponibile sia lungo le dorsali stradali che nei centri cittadini, sarà necessaria la creazione di una complessa infrastruttura elettrica ad alta intensità, la cui realizzabilità non potrà che avvenire attraverso ingenti investimenti che ragionevolmente saranno realizzabili solo con l’impiego di molta energia che non potrà essere solo di tipo “verde”.

Basti pensare a cosa significherebbe in termini di investimenti cablare con stazioni di caricamento ad alta intensità i condomini delle principali città italiane o le case dei centri storici italiani: una impresa forse non impossibile, ma certamente ad alta intensità di consumo energetico molto più complessa della costruzione di una rete di metropolitane.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!