Conti correnti, una tassa occulta chiamata inflazione

«Sul fronte del prodotto interno lordo, la guerra potrebbe farci perdere un punto di pil quest’anno (dall’ipotesi del 4% potremmo arrivare al 3%) e questo vale anche per il 2023. Per quanto riguarda l’inflazione, ci sarà un generale aumento dei prezzi che potrebbe portare l’inflazione dall’attuale 4,8% a oltre il 6%. Questo vorrebbe dire, se si pensa ai 1.604 miliardi di euro lasciati in banca dalle famiglie italiane, una tassa occulta sui conti correnti che salirà da circa 76 miliardi fino a quasi 100 miliardi solo nel 2022». Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, durante la trasmissione Omnibus in onda su La7. «Vale la pena sottolineare che 100 miliardi di euro equivalgono a quattro leggi di bilancio, quattro finanziarie fatte in tempi normali, non di crisi. Ma bisogna guardare anche altri aspetti: quei 100 miliardi di perdita di potere d’acquisto da parte delle famiglie avranno una ripercussione, un effetto negativo anche sui consumi e questo significa innescare una spirale negativa per tutta l’economia. Il brillante centro studi del gruppo Intesa ci dice che ci sono tre danni principali per l’Italia conseguenti alla guerra: la produzione di energia elettrica (avremo meno materie prime, a cominciare dal gas), il riscaldamento delle abitazioni, la produzione industriale interna (sarà più caro il costo della produzione per le imprese che consumano tanta energia)» ha aggiunto Sileoni

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