Consulenti, tra attaccanti e difensori

Vi è un forte legame tra competizione e finanza, non fosse altro perché tra chi lavora in finanza la percentuale di chi fa sport con continuità è esattamente il doppio (34%) rispetto a quella di chi lavora in altri settori (17%). Lo sport, praticato con costanza e metodo, tiene in forma oltre al fisico anche la mente è questo è fondamentale per chi lavora in finanza. L’attività sportiva è quasi sempre legata al raggiungimento di un obiettivo, dal semplice benessere fisico al raggiungimento del proprio primato personale in una competizione. Nello sport non ci sono poi rendite di posizione, ed è per questo che gli sport di squadra contribuiscono a rafforzare lo spirito di corpo e quelli individuali a rafforzare le proprie doti individuali e quindi l’autostima. Ad accomunare un atleta a un consulente finanziario ci sono soprattutto la preparazione, la programmazione e la costanza nel raggiungimento dei propri obiettivi. Il lavoro del consulente richiede infatti un approccio sistematico fatto di obiettivi e traguardi, il tutto in contesti caratterizzati spesso da ritmi di lavoro sincopati. Alzarsi all’alba per andare a correre, tuffarsi in piscina o andare in palestra prima di affrontare una giornata di lavoro richiede una grande forza di volontà e di motivazione.

Le molecole del buon umore
La pratica dell’attività sportiva stimola la produzione di molecole che favoriscono il buon umore, come le endorfine o la serotonina, un ormone neurotrasmettitore che migliora lo stato di serenità. L’attività fisica contrasta direttamente anche lo stress perché riduce il livello di cortisolo nel sangue, l’ormone coinvolto nello stress. Chi più di un consulente finanziario il cui successo personale e lavorativo dipende essenzialmente solo da lui e dai suoi risultati non necessita di questa attività? Gli stili di lavoro di un consulente finanziario possono poi essere efficacemente sintetizzati, usando una metafora sportiva in: 1) attaccanti, più predisposti allo sviluppo della loro attività; 2) difensori, più inclini alla gestione dei clienti già acquisiti; 3) centrocampisti, tipicamente i manager o i big, più ecumenici ed equidistanti rispetto alle due polarità. Come se non bastasse, molti professionisti di successo ammettono che la maggior parte delle loro idee o delle soluzioni vincenti sono venute loro in mente durante la pratica sportiva.

Affari sul campo
C’è poi un altro fattore non trascurabile: l’attività sportiva può essere anche l’occasione per socializzare con clienti, acquisiti o potenziali, con colleghi e in genere con altri professionisti. Si dice che i più grandi affari siano stati fatti su un campo da golf o da tennis, in realtà basterebbe anche una corsetta all’alba per trovare possibili interlocutori e partner. Largo dunque ai consulenti finanziari scattanti come un centometrista e determinati come un maratoneta, ma soprattutto con una mentalità sportiva.

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