Consulenti, i valori e l’autonomia del cliente

La letteratura propone diverse modalità di analisi della consulenza. Un modello interessante (Emanuel & Emanuel), utilizza due criteri: i valori morali e il grado di autonomia dell’utente. Il criterio valoriale si riferisce alle convinzioni o ai principi utilizzati per decidere e comportarsi.

Modalità di comunicazione
Quelli del professionista orientano la sua attività, in tutte le sue fasi, e definiscono le modalità di comunicazione. L’esito della consulenza può variare significativamente a seconda che vengano dichiarati e utilizzati, o meno, i valori morali dell’utente, del professionista, o di entrambi. Inoltre, la natura del rapporto dipende anche da quali teorie morali si assumono quale riferimento. Il criterio dell’autonomia si riferisce alla capacità dell’utente di prendere decisioni senza essere suggestionato dal professionista e da altri soggetti esterni, e il grado del rispetto dell’autonomia riflette lo stile della pratica consulenziale.

Sfide e criticità
Sfide e criticità possono sorgere quando le preferenze dell’utente confliggono con quelle del professionista e delle istanze sociali, organizzative e istituzionali. L’autonomia dell’utente può quindi assumere un ampio spettro quantitativo, ma anche qualitativo, a seconda dei soggetti che sono tenuti in considerazione nel processo consulenziale. Combinando i due criteri si ricavano almeno quattro modelli consulenziali: paternalistico, informativo, interpretativo e deliberativo. Ciascuno ha criticità e positività che dovrebbero essere valutate da ogni professionista.

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