“C’è la tendenza al rallentamento dell’uscita dei lavoratori, ma sarebbe sbagliato ricercare una ulteriore riduzione dei livelli occupazionali” – afferma il segretario generale Riccardo Colombani. “La sostituzione naturale dei lavoratori, così come l’utilizzo del fondo di solidarietà, non dovranno ulteriormente intaccare i livelli occupazionali”.
Il restringimento dell’occupazione definisce la desertificazione dei territori da parte delle banche: più di 3mila comuni italiani, infatti, sono rimasti senza uno sportello bancario, 650 in più rispetto al 2015, quando erano 2354, per un totale di 8441 sportelli in meno.
“Le ulteriori chiusure previste dai piani di impresa ci preoccupano” – continua il sindacalista. “La questione è sociale ed economica, in quanto siamo una popolazione vecchia, con basse competenze digitali e un sistema produttivo di piccole e medie imprese che rischiano di essere tagliate fuori dal sistema economico, soprattutto al Sud e nelle isole”.
La massiccia chiusura degli sportelli è da attribuire anche alla sempre maggiore migrazione da parte dei clienti verso un modello di banca digitale, oltre alla difficile sostenibilità dei costi di sportelli con bassa operatività.