Banca Generali, l’orgoglio del Leone

In vista dell’assemblea Generali e del termine ultimo per votare, fissato a giovedì 28 aprile, sono diversi i movimenti che si registrano tra i soci. Come scrive Il Sole 24 Ore, anche Deka Investment – azionista con lo 0,1% – ha alzato il velo sulle proprie intenzioni di voto. Una quota che verrà messa al servizio della lista del cda, e che per ora ha avuto l’ok di circa un 2,3% di investitori istituzionali, che si somma al fronte italiano composto da Mediobanca e dal gruppo DeAgostini, che valgono intorno al 19% di Trieste.

Ben oltre il 21% anche la lista di Caltagirone, che ha l’avallo dello stesso imprenditore romano, con il 9,5% del capitale, di Fondazione CrT e di Leonardo Del Vecchio, più altri imprenditori italiani. Cruciale sarà la posizione di Benetton con il 3,95% circa delle Generali, con vedute molto vicine a quelle dell’imprenditore romano.

Una partita, quella per il rinnovo del cda, che sarà una sfida all’ultimo voto. In questa situazione di incertezza si esprime la preoccupazione dei soci, che hanno rivolto una serie di domande alla società, tra cui quella che il timore di una vittoria di misura della lista del board possa innescare una battaglia legale, o che la sconfitta di Caltagirone possa portare a un affondo su Piazzetta Cuccia, e quindi a un conseguente ribaltone di Trieste.

Quanto al resto, il Leone resta focalizzato su operazioni di M&A selettivo. Generali ha inoltre sottolineato che sotto la guida di Donnet sono stati distribuiti dividendi per 8,2 miliardi e la capitalizzazione è salita a 29,5 miliardi, complice anche lo scontro in atto tra i soci. Nel 2021, infine, i costi della struttura centrale sono stati pari a 386 milioni, ed è stato speso quasi un milione per aerei privati dei vertici.

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