Mps e Popolare di Bari, uscite sostenibili con un occhio al mercato

L’aumento di capitale di Mps “va realizzato entro il 2022” e solo dopo tale operazione il ministero dell’Economia valuterà l’uscita da capitale della banca. A dirlo il ministro dell’Economia Daniele Franco durante un’audizione la Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario. Come riporta Il Sole 24 Ore, Franco ha spiegato che solo dopo tale operazione – di cui si terrà conto in termini di valore nella vendita della banca – “verosimilmente” il Mef valuterà la cessione della sua partecipazione in Mps.

Franco ha anche ricordato che la trattativa che il Mef sta avendo con la Commissione europea sula dilazione dei termini per la cessione di Mps punta anche a far sì che le misure compensative chieste da Bruxelles a fronte del mancato raggiungimento degli obiettivi «siano realistiche e non tali da compromettere il piano industriale della banca». Il piano approvato dal cda prevede un aumento di 2,5 miliardi di euro.

“Il Mef, come investitore paziente, – ha detto ancora Franco – deve prestare la massima attenzione affinché i piani e le strategie ed eventualmente l’uscita dello Stato avvenga in modo sostenibile per aziende e per sistema economico”. Così Franco sui tempi di dismissioni delle partecipazioni pubbliche in Mps e nella Popolare di Bari. Il ministro ha spiegato che il Mef sta negoziando una “congrua dilazione” con la Commissione europea sui tempi di dismissione delle quote rispetto al termine di fine 2021, e che per Mps ciò accadrà “solo dopo la realizzazione dell’aumento capitale e dopo l’avvio delle iniziative di contenimento dei costi e miglioramento dell’efficienza definite dal piano industriale”. I tempi di dismissione “dipenderanno dai progressi su questi due profili”.

Quanto alla Banca popolare di Bari, ora partecipata da Mcc, è “assolutamente importante” ha sottolineato Franco, che “prosegua la sua azione di contenimento dei costi e recupero della capacità di effettuare impieghi su scala più ampia. Superata questa fase, si potrà considerare il ritorno alla vendita della partecipazione statale che però presuppone il superamento delle difficoltà attuali”. Franco ha ribadito che l’aggregazione della popolare con Mcc «può fornire un contributo importante allo sviluppo delle regioni meridionali, dove c’è carenza di banche rilevanti e a volte difficoltà» con un tessuto imprenditoriale fatto prevalentemente di pmi e dove “la qualità del credito tende ad essere meno buona che nel resto del Paese”.

Le banche italiane evidenziano nell’ultimo anno “una solvibilità e una redditività soddisfacente”, ha riferito il ministro dell’Economia. Aggiungendo che la “qualità del credito è stabile, l’incidenza dei deteriorati si è ridotta e lo scorso anno la redditività è migliorata”. Franco nell’audizione ricorda che l’esposizione diretta delle banche italiane verso la Russia è di 29 miliardi pari allo 0,7% delle attività finanziarie. Il ministro aggiunge che le nuove misure di sostegno pubbliche italiane, autorizzate dal nuovo Temporary Framework della Ue, verranno calate nella normativa italiana da un prossimo decreto che avrà un orizzonte fino al prossimo 31 dicembre.

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