Intesa SanPaolo, la guerra in Ucraina riduce l’utile trimestrale

Intesa Sanpaolo ha archiviato il primo trimestre dell’anno con un utile netto di 1,67 miliardi di euro se si escludono le rettifiche di valore per la guerra tra Russia e Ucraina. Numeri, a detta del management “pienamente in linea con l’obiettivo di oltre 5 miliardi per l’intero 2022”. Le rettifiche per il conflitto, però, hanno limitato i profitti netti a un miliardo: il 32% in meno rispetto allo scorso anno.

Confermato, quindi, l’obiettivo di raggiungere un utile netto pari a 6,5 miliardi al 2025, “con un’ulteriore crescita potenziale derivante dall’aumento dei tassi d’interesse, dall’elevata flessibilità nella gestione dei costi operativi e dallo status di banca a zero npl già conseguito”.

L’istituto sottolinea poi che il piano d’impresa 2022-2025 è in corso di attuazione e le principali iniziative industriali sono già avviate.

Per il 2022 si prevede una redditività, comunque “ai vertici del settore, con un utile netto di oltre quattro miliardi di euro, a patto che non intervengano cambiamenti critici nell’offerta di materie prime e dell’energia e un utile netto ben superiore a tre miliardi di euro anche con l’ipotesi molto conservativa di una copertura di circa il 40% dell’esposizione verso Russia e Ucraina, che implica il passaggio a Stage 3 della maggior parte dell’esposizione.

Il gruppo prevede inoltre una solida posizione patrimoniale, con un obiettivo di Common Equity Tier 1 ratio fully phased-in superiore al 12% nell’orizzonte del Piano di Impresa 2022-2025.

Prevista anche una forte distribuzione di valore, con un payout ratio pari al 70% dell’utile netto consolidato in ciascun anno del piano e un’ulteriore distribuzione agli azionisti di 3,4 miliardi di euro tramite buyback e una eventuale ulteriore distribuzione da valutare anno per anno a partire dal 2023.

In ogni caso «le prospettive per il 2022 sono soggette ad affinamento nei prossimi mesi in base all’evoluzione degli eventi riguardanti Russia e Ucraina».

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