Fintech, così cambia il rapporto banca-impresa

C’era una volta la vecchia banca che per la gestione del denaro, per i pagamenti o per gli incassi era il riferimento un po’ per tutti: per le famiglie, per i professionisti e anche per le aziende. Nell’era del web 3.0, risparmiatori e imprese vanno invece sempre più alla ricerca di nuovi interlocutori, capaci di offrire soluzioni tecnologicamente avanzate che i player tradizionali non sono in grado di offrire. Non a caso, sul mercato c’è un grande fiorire di start up Fintech, un termine con cui gli “addetti ai lavori” identificano l’innovazione tecnologica applicata al settore finanziario. Inoltre, non va dimenticato che oggi le banche tradizionali sono alle prese con un processo di dimagrimento: devono ridurre i costi, snellire le loro strutture sul territorio e tagliare dunque decine e decine di filiali.

A dimostrarlo sono i dati della Banca d’Italia, secondo cui gli sportelli degli istituti di credito presenti oggi sul territorio nazionale sono poco più di 20mila, circa la metà rispetto al 2007. E nel prossimo decennio, secondo gli analisti, i tagli continueranno fino a un dimezzamento delle filiali rispetto ai livelli attuali.

Ma non è soltanto l’esigenza di ristrutturazione delle banche che apre la strada a nuovi player emergenti. C’è un cambiamento “culturale” anche tra i clienti, soprattutto tra gli imprenditori e i professionisti (di qualsiasi tipo e settore) che abbandonano progressivamente i servizi offerti dalle banche tradizionali per rivolgersi sempre più a soluzioni innovative che fanno risparmiare loro tempo e denaro e offrono la possibilità di configurare il servizio con maggiore libertà, a seconda delle specifiche esigenze di ognuno.

Tale migrazione è dovuta a un cambiamento che interessa grossomodo tutti i settori e che dipende appunto dall’ingresso nell’era del web 3.0, dove i dati hanno sempre maggiore importanza. Anche per questa ragione, il Fintech ha di fronte a sé notevoli prospettive di crescita: sia per le start up che fanno parte di questo settore, sia per chi ha deciso di investirvi i propri capitali.

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Una storia aziendale che testimonia questa fase storica di profonda trasformazione del settore bancario è quella di Qonto, una soluzione di gestione finanziaria per le piccole e medie imprese (pmi) e i lavoratori autonomi fondata nel 2016 da Steve Anavi e Alexandre Prot. L’azienda ha lanciato il suo servizio in Francia nel luglio 2017 e si è espansa poi in Italia, Spagna e Germania nel 2019. Il nostro Paese è attualmente per Qonto il secondo mercato più importante in Europa, per quel che numero di clienti.

L’idea imprenditoriale di Qonto è nata da un’esperienza personale, cioè dalla frustrazione di Anavi e Prot quando hanno creato il loro primo business e sono rimasti estremamente delusi dalla loro esperienza con il mondo bancario: troppo dispendio di tempo, servizi poco trasparenti e strumenti poco adatti alle esigenze delle imprese moderne. E così, due fondatori hanno deciso di trasformare queste frustrazioni in un’opportunità per generare un cambiamento positivo, cioè per a offrire sul mercato loro stessi quel servizio che avrebbero voluto ricevere invece dal mondo bancario.

Come riuscirci? L’innovazione è stata ed è ovviamente la via maestra per centrare l’obiettivo.  Grazie all’innovazione tecnologica, infatti, Qonto riesce a sviluppare continuamente il proprio prodotto e a implementare nuove funzionalità in breve tempo, Al contrario di molte banche tradizionali che faticano ad adattare le proprie applicazioni e i propri sistemi alle esigenze mutevoli del mercato.

La fornitura del servizio avviene secondo il metodo Software-as-a-Service (SaaS), un modello di servizio che permette di snellire notevolmente l’impegno e la complessità dal punto di vista gestionale per gli utenti. Inoltre, lo standard “open API” utilizzato da Qonto consente una continua integrazione dei migliori strumenti digitali sul mercato, in modo da poter offrire alla clientela un prodotto in continua evoluzione e sempre più in grado di rispondere a tutte le esigenze dei singoli utenti. Più di un conto aziendale, Qonto offre dunque strumenti e integrazioni progettati per semplificare la gestione finanziaria e la contabilità delle imprese. Le aziende possono usare Qonto per dare capacità di spesa ai propri dipendenti e collaboratori senza perdere il controllo, con strumenti flessibili e personalizzabili. La burocrazia e i servizi offerti dalle soluzioni finanziarie tradizionali prosciugano tempo e forze a professionisti e Pmi Secondo uno studio svolto tra gli attuali clienti, il conto business Qonto consente di risparmiare in media 2 ore alla settimana per la gestione contabile e finanziaria.

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In seguito all’ultimo round di investimenti da 486 milioni di euro, Qonto continuerà a migliorare il suo prodotto e a rafforzare la sua presenza nei 4 mercati in cui opera già, aumentando le integrazioni con la Pubblica amministrazione locale e includendo sempre più partner e strumenti nella propria offerta. Dal suo lancio nel luglio 2017, la società fondata da Anavi e Alexandre Prot punta a fornire un facile accesso ai conti aziendali a 1 milione di imprese e professionisti entro il 2025 e a diventare uno dei conti business online leader del mercato in Europa. Con Qonto gli imprenditori guadagnano tempo e controllo, dando ai loro team autonomia e una migliore visibilità del flusso di cassa. Qonto vanta un eccellente NPS (net promoter score), che a fine 2021 era a 69.  Si tratta di un importante indicatore di soddisfazione dei clienti, ben al di sopra rispetto a quelle delle banch tradizionali, che a volte hanno addirittura un NPS negativo.

 

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