Banche, la guerra in Russia affossa i numeri delle big italiane

Sono tante le banche italiane a pagare lo scotto della guerra in Ucraina. Come scrive L’Economia de Il Corriere della Sera, cinque settimane di conflitto sono costate ben 1,439 miliardi di utili netti. Dal 24 febbraio al 31 marzo, quindi, sono stati compromessi i risultati dei primi tre mesi dell’anno, e che molto probabilmente condizioneranno anche il resto del 2022.

A farne le spese sono state sopratutto Unicredit e Intesa Sanpaolo, entrambe pesantemente esposte sul mercato russo. Unicredit ha perso circa il 72% e ha effettuato accantonamento per circa 2 miliardi di euro; senza la Russia, avrebbe realizzato un utile netto pari a 1,2 miliardi. Intesa, invece, ha perso circa un terzo degli utili netti – Russia a parte, sarebbero stati 1,67 miliardi di euro.

Per quanto riguarda le altre banche italiane, Banco Bpm ha chiuso il primo periodo dell’anno con una redditività record, ovvero un utile anti imposte mai registrato a 399 milioni di euro. Bene anche Bper, che ha visto aumentare del 50% a 158 milioni di euro l’utile pre tasse rispetto a 12 mesi prima. Credem migliora l’utile del 24% anno su anno e festeggia con 21mila nuovi clienti, mentre il Monte dei Paschi di Siena attende il nuovo piano industriale di Lovaglio. Tra le banche piccole, da segnalare il recupero di Carige e la crescita di Banco Desio.

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