Banche italiane: ecco l’outlook e le raccomandazioni di Equita

Nel complesso, i risultati del primo trimestre sono stati complessivamente positivi, con la maggior parte delle banche italiane che ha battuto le stime. “Il trimestre ha inoltre confermato le indicazioni positive sul fronte del capitale – con un CET1 che, seppur in calo trimestre su trimestre mantiene un buffer medio sullo SREP > 500bps  e dell`asset quality, con diverse banche che potranno contare su consistenti buffer di accantonamenti effettuati durante la pandemia”, affermano gli analisti di Equita, che di seguito illustrano nel dettaglio la loro view sul settore.

Il trimestre non ha ancora mostrato particolari elementi di discontinuità sul fronte dei tassi di interesse, il cui incremento – se non combinato con una recessione economica – costituisce il principale upside risk sulle nostre stime e su quelle di mercato.

“Continuiamo ad adottare un approccio conservativo sull`NII. Le nostre stime incorporano in media un rialzo dei tassi di 80-90bps a fine 2023 dal YE 2021, consistenti con un Euribor 3M 2023 a 0.4%, ie circa 30bps al di sotto di quanto indicato dalla curva forward (Euribor 3M > 0.7% a fine 2023)”.

“Incorporando nelle nostre stime un ulteriore aumento dei tassi di 35 bps nel periodo YE21 e YE23 – in linea con l`attuale curva forward – l`EPS 2023E aumenterebbe in media del 15% circa, a parità di altre condizioni. Dalla fine del primo trimestre 2022, il settore ha performato positivamente (+5%), non scontando però pienamente il beneficio implicito legato alla variazione delle aspettative di rialzo dei tassi”.

“Manteniamo quindi una visione complessivamente positiva sul settore (P/TE = 0.5x). In particolare, le banche italiane si approcciano ad affrontare uno scenario maggiormente sfidante in una buona posizione sia in termini di capitale che di qualità degli attivi e, a differenza del passato, il contesto dei tassi di interesse potrebbe finalmente essere di supporto e non ancora adeguatamente scontato dai recenti movimenti di mercato”.

Inoltre, le banche sono nella condizione di adottare un approccio proattivo per far fronte a un deterioramento macro, potendo contare anche sullo stock esistente di LLPs non rilasciate nell`ultimo anno.

Tra i titoli blue-chip, confermiamo il nostro BUY su Banco Bpm, UniCredit, Intesa SanPaolo e Mediobanca, mentre Credem è il nostro nome preferito tra le mid-cap”.

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