UBS ancora in perdita, il risanamento continua

Le perdite e le svalutazioni del primo semestre, rispettivamente 11,8 miliardi e 40 miliardi di franchi, sono le note negative per UBS nel primo semestre.
Gli aspetti positivi messi in luce dalla semestrale non mancano, stando ai vertici del colosso svizzero:
1) le posizioni di rischio si sono ridotte drasticamente soprattutto tramite svalutazioni, e la rimanente esposizione verso il settore immobiliare statunitense è gestita tramite una unit specifica all’interno dell’Investment Bank;
2) il problema delle auction-rate securities è stato risolto con le autorità USA e ha comportato l’appostamento di riserve per 919 milioni di franchi;
3) l’aumento di capitale di giugno è andato a buon fine e ha portato i ratios patrimoniali ai livelli di prima della crisi del credito, e tra i più alti del settore bancario;
4) i costi sono stati ridotti del 18% rispetto allo stesso periodo del 2007, a 8,110 milioni di franchi, mentre il personale è pari a 81.452 unità, con una riduzione di 2.387 realizzata soprattutto nell’investment banking.

A livello strutturale, uno degli aspetti più negativi di questa congiuntura per UBS è la perdita di capitali gestiti, che riflette probabilmente anche una perdita di fiducia e di immagine da parte del gruppo. Parliamo di 43,8 miliardi di franchi in uscita, rispetto ai 34 miliardi di nuovi capitali entrati nello stesso periodo del 2007.

Per il secondo semestre UBS non si aspetta un evidente miglioramento rispetto al trend di mercato che ha determinato i risultati di questo secondo trimestre, e continua nella sua politica di riduzione del personale, dei costi e dei rischi.

John Cryan, attuale direttore finanziario di UBS Investment bank, sostituirà [p]Marco Suter[/p], che aveva manifestato il proposito di ritirarsi dal ruolo di direttore finanziario del gruppo.

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