Personal branding
“I discenti, già laureati, si preparano alla professione di consulente”, spiega Priore, “e oltre all’apprendimento delle discipline, anche con l’ausilio di guest speaker adeguati, studiano e si esercitano per la realizzazione del personal branding e marketing: perché il servizio finanziario di fronte al cliente è il consulente stesso. Inoltre, bisogna fornire le conoscenze tecniche della professione, cioè i ferri del mestiere”. Come si rilevano particolari esigenze? “Alla fine di ogni sessione, chiedo ai discenti di compilare un questionario, anonimo, di verifica della docenza e degli argomenti da approfondire”, risponde Priore, “gli argomenti contingenti vengono affrontati subito, su quelli strutturali si pianifica per il corso successivo. Se c’è una richiesta per argomenti irrimandabili li trattiamo in dad, con i volontari, anche dopo la conclusione del corso. Le esigenze bisogna soddisfarle”.
L’era della longevity
Infine, quali sono le discipline non canoniche da affrontare? Secondo Priore, il consulente finanziario si accinge a diventare consulente patrimoniale, per affiancare il cliente nella gestione dell’intero patrimonio. L’età media aumenterà nei prossimi vent’anni, anni in cui opereranno i nuovi cf. I patrimoni apparterranno soprattutto ai longevi. “Il neo[1]appellativo del cf che opererà nell’era della financial longevity è navigator; indispensabile una formazione adeguata. Pianificazione del decumulo e del passaggio generazionale. Dovremmo importare dagli Usa, poi nuove specializzazioni professionali”, conclude Priore, “come è stato evidenziato a Consulentia da T. Rowe Price e al Master dalla coach Silvia Ucchino Priore”. In particolare, oggi si intrecciano sempre di più la figura del financial coach e quella dell’advisor.