Consulenti, due motivi per cui l’industria può festeggiare

La Relazione annuale dell’Organismo di vigilanza e tenuta dell’Albo dei consulenti finanziari, svoltasi lo scorso 27 giugno a Roma, è probabilmente l’ultima firmata dal presidente uscente Carla Rabitti Bedogni al termine del suo fruttuoso mandato. E bisogna dare atto che i numeri dello scorso anno sono incoraggianti per l’industria tricolore dell’advisory. Nonostante la pandemia da Covid-19, l’Organismo ha registrato un incremento degli iscritti in tutte le tre sezioni.

Con particolare riferimento alla sezione dei consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede i risultati del 2021 sembrano interrompere il trend negativo del triennio precedente e accentuare le tendenze di crescita già accennate lo scorso anno. I provvedimenti di iscrizione (2.735) sono aumentati infatti in maniera più consistente (+84,5%) e le cancellazioni (2.467) sono ancora diminuite (-22,1%). Al 31 dicembre 2021 gli iscritti alla sezione sono 51.900 (+0,5% su base annua). La crescita si riferisce essenzialmente alle consulenti iscritte (+2,4%). Il numero dei consulenti appartenenti al genere maschile è rimasto pressoché stabile con una lieve diminuzione dell’incidenza sul totale. A fine anno le donne, pari a 11.493, costituiscono il 22,1% del totale (erano il 21,7% nel 2020) e questo dato conferma, tuttavia, quanto si debba ancora fare molto per aumentare la presenza del genere femminile nel settore. L’incremento ha riguardato tutte le fasce di età a eccezione di quella compresa tra i 40 e i 50 anni non ancora compiuti che al contrario è diminuita. Il 62,4% dei consulenti supera i 50 anni e il 7,3% ha oltre 65 anni. Il 24,8 si riferisce alla fascia dei quarantenni mentre gli under 40 sono il 12,7%. I giovani sotto i 30 anni hanno raggiunto il 3,2% del totale. Inoltre, sembra rallentare per la prima volta il graduale processo d’invecchiamento della popolazione iniziato nei primi anni 2000 e si conferma un’età media dei consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede di quasi 52 anni come nel 2020.

Anche rispetto alle prove valutative si rileva un aumento dei giovani candidati che nel 2021 costituiscono la fascia più numerosa, pari al 35,4% del totale degli iscritti agli esami. Riguardo alle altre due sezioni dell’Albo si è registrata una crescita nei tre anni successivi all’avvio della loro operatività a partire dal 1° dicembre 2018. Nella sezione dei consulenti autonomi nel 2021 le donne (39) costituiscono il 9,1% del totale. Si rileva inoltre un’età media più bassa, 46 anni, rispetto a quella dei consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede. Infine, tra il 2020 e il 2021, si registra un incremento di tutte le fasce di età degli iscritti.

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