Banca Generali, gli alumni di Harvard a lezione da Mossa

Gli ex studenti di Harvard a lezione da Banca Generali sulle sfide della tecnologia e dell’innovazione. Ieri sera nella sede di Boston Consulting a Milano, l’associazione italiana degli alumni della Harvard Business School ha ospitato l’Ad della Banca private, Gian Maria Mossa, per un confronto sui principali trend e cambiamenti dell’industria italiana del risparmio.

“Oggi siamo in una fase di grande cambiamento per il nostro settore. L’avanzata del digitale sta creando nuovi modelli e modalità di interazione – ha iniziato Mossa, che ha aggiunto -. In questo scenario, tutto ciò che è transazionale non può che essere digitalizzato”.

Diverso è invece secondo Mossa il discorso quando si parla di gestione del patrimonio e delle esigenze familiari. Qui il manager del Leone ha infatti una idea piuttosto netta: “L’aumentare delle complessità rende molto difficile l’automatizzazione dei processi. Per questo ritengo che la centralità del consulente rimarrà sempre il vero punto di forza dei servizi ad alto valore aggiunto come quelli di private banking”.

Il confronto con gli ex studenti della celebre università americana si è quindi trasferito su due dei cambiamenti più disruptive che stanno attraversando l’industria: fintech e blockchain. Segmenti che fanno della disintermediazione il punto di forza della loro stessa natura ma che, secondo Mossa, possono comunque rappresentare una opportunità per diverse realtà, come la stessa Banca Generali.

“Molte realtà fintech sviluppano servizi che sono complementari all’offerta del mondo della consulenza e che possono essere integrate attraverso partnership strategiche. Per questo occorre avere un ecosistema digitale in grado di aprirsi alle novità per portare nuovi servizi a valore aggiunto alla cliente – ha commentato Mossa, che ha concluso -. Noi in Banca Generali ci siamo dotati di questa impostazione già da diversi anni e, anche grazie a questo approccio, siamo riusciti a consolidarci nel settore del private banking dietro solo alle due principali banche italiane”.

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