La rassegna quest’anno affronta il tema dell’ignoto, interrogandosi sui misteri del mondo conosciuto e aprendo uno spazio di riflessione su “quello che non sappiamo di non sapere”, diventando così occasione di indagine per rispondere ad una serie di domande in diversi ambiti: dall’universo più lontano alla materia oscura, dal fondo degli oceani all’origine della nostra coscienza.
L’esposizione è stata curata dall’astrofisica e Chief Diversity Officer all’Agenzia Spaziale Europea (ESA), Ersilia Vaudo, insieme all’architetto Francis Kéré – vincitore del Pritzker 2022, il più importante premio internazionale per l’architettura- che ha curato quattro progetti sulle voci del continente africano.
La kermesse coinvolgerà in totale circa 400 tra artisti, designer e architetti provenienti da più di 40 paesi, con 23 partecipazioni internazionali e una forte presenza del continente africano, con ben 6 padiglioni nazionali (Burkina Faso, Ghana, Kenya, Lesotho, Repubblica Democratica del Congo e Ruanda) e ovviamente con un focus particolare sull’Ucraina (assente la Russia).
Oltre alla mostra tematica, la 23ª Esposizione Internazionale ospita altre due grandi mostre: Mondo Reale, ideata da Hervé Chandès, Direttore Artistico Generale della Fondation Cartier pour l’art contemporain, e La tradizione del nuovo, curata da Marco Sammicheli, Direttore del Museo del Design Italiano di Triennale. Ci sono anche una serie di installazioni e progetti speciali che coinvoglono gli storici dell’arte Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa, il musicista e scrittore Francesco Bianconi, il filosofo Emanuele Coccia, la ricercatrice e docente del Politecnico di MilanoIngrid Paoletti, l’artista e Grand Invité di Triennale 2021-2024 Romeo Castellucci, il maestro dell’architettura e del design Andrea Branzi.