Il caldo infernale e la consulenza

Pubblichiamo di seguito una mail inviataci da un nostro lettore che fa il punto su un tema marginale per il settore della consulenza finanziaria ma non per questo meno “gravoso”. Stiamo parlando del dress code nel settore finanziario italiano.

Gentile redazione di Bluerating, vi chiedo la parola perché mi farebbe piacere porre l’attenzione su un tema sicuramente non dei più dibattuti relativi alla nostra professione, ma non per questo a mio avviso meno frustrante, ve lo posso assicurare. Sto parlando del dress code nelle società finanziarie italiane. Sento parlare tanto di modernità, di digitale, leggo voli pindarici (anche sulla vostra testata, perdonatemi l’appunto) relativamente alle nuove frontiere della professione e poi in realtà viviamo in un contesto dove per essere credibili di fronte al cliente giacca e cravatta sono indispensabili.
Può sembrare una sciocchezza, ma vi assicuro che dovere sempre indossare una “divisa” impiccata, anche quando le temperature infernali ci portano a diventare una maschera di sudore, ha un sapore vagamente grottesco. Perché nella illuminata visione del settore, non si riesce a percepire che l’eleganza e il buon gusto non passa necessariamente da un capo ingessato, ma dalla capacità di indossare qualcosa di fine e adatto a un contesto; e, perdonatemi se lo penso, con temperature del genere giacca, cravatta e una fronte che sgocciola sono decisamente meno fini di una bella camicia bianca di ottima fattura. Ma vallo a spiegare ai “guru” del settore che solo in Italia dobbiamo travestirci da piazzisti perché altrimenti “si perde di credibilità di fronte ai clienti”. Magari altri colleghi hanno trovato delle realtà più aperte da questo punto di vista, ma vi assicuro che nella mia siamo ancora al Medioevo. E per rimanere in tema, per chi si ricorda il film, non ci resta che piangere. O meglio sudare.

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