Credit Suisse: il nuovo ad arriva dall’Asset Management

Credit Suisse cambia di nuovo l’amministratore delegato. In carica da febbraio 2020, dopo aver sostituito Tidjane Thiam, Thomas Gottstein lascia il suo incarico. Il CdA della seconda banca elevetica per dimesione ha nominato come suo successore Ulrich Körner, attualmente a capo della divisione Asset Management. Nel contempo sarà avviata una revisione strategica.

Körner assumerà il suo nuovo ruolo il 1° agosto, come riportato dal sito web della Rsi. Sotto la sua guida si stanno valutando alternative che vadano oltre i risultati della revisione strategica dello scorso anno, soprattutto in vista dell’evoluzione del contesto economico e del mercato, aggiunge la banca.

L’obiettivo della revisione è creare un gruppo più concentrato e agile, con una base di costi assoluti significativamente inferiore, in grado di fornire entrate sostenibili a tutte le parti interessate e fornire un servizio clienti eccezionale.

Saranno rafforzate le attività di gestione patrimoniale leader a livello mondiale, le banche universali leader in Svizzera e le attività di gestione patrimoniale multispecialistica. Credit Suisse vuole anche trasformare la Investment Banking in un’attività bancaria orientata alla consulenza e alla conservazione del capitale e in un’attività di mercato più focalizzata, integrando la crescita di Wealth Management e Swiss Bank.

Secondo trimestre 2022 in rosso

Credit Suisse ha archiviato il secondo trimestre 2022 in rosso, appesantito dalla sua attività nell’Investment Banking. Con ricavi in ​​drastico calo, la seconda banca svizzera ha subito una perdita netta di 1,59 miliardi di franchi, contro un utile di 253 milioni l’anno precedente.

Riflettendo il difficile contesto di mercato nel secondo trimestre, la divisione Business Banking ha registrato una perdita ante imposte di 1,11 miliardi di franchi. Il risultato del secondo trimestre è stato inoltre condizionato da maggiori accantonamenti per contenziosi e altre posizioni. Il volume d’affari è sceso del 17% a 3,64 miliardi di franchi svizzeri.

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