Mps, l’utile del semestre crolla dell’86%

Nel semestre appena concluso il Monte dei Paschi di Siena ha realizzato un margine di intermediazione primario pari a 1,39 miliardi di euro, in aumento del 3,6% rispetto agli 1,34 miliardi ottenuti nei primi sei mesi dell’esercizio precedente. Il margine di interesse è risultato pari a 660 milioni di euro, in crescita del 12,8% rispetto ai 585,2 milioni del 1° semestre del 2021. La crescita è stata guidata prevalentemente dal maggior contributo del comparto commerciale, grazie al minor costo della raccolta che ha consentito di più che compensare i minori interessi sugli impieghi. Al contrario, i ricavi complessivi sono scesi a 1,52 miliardi di euro, in contrazione del 2,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, principalmente a causa della diminuzione degli altri ricavi della gestione finanziaria, che scontano in particolare minori utili derivanti dalla cessione dei titoli, un minore risultato della negoziazione e un minor contributo generato dalle partecipazioni assicurative nelle società collegate AXA. Al netto del minor contributo derivante dalla cessione dei titoli, i ricavi sarebbero cresciuti del 2,8% rispetto alla prima metà del 2021. Il risultato operativo netto è sceso del 29,5% a 230,4 milioni di euro, rispetto ai 326,9 milioni contabilizzati nei primi sei mesi dello scorso anno. Il Monte dei Paschi di Siena ha terminato il 1° semestre del 2022 con un utile netto di 27,2 milioni di euro, rispetto ai 202,1 milioni contabilizzati nello stesso periodo dello scorso anno.

Al 30 giugno 2022 i finanziamenti verso la clientela dell’istituto si erano attestati a 78,6 miliardi di euro. Alla stessa data le esposizioni deteriorate lorde erano pari a 4,1 miliardi di euro, in lieve aumento rispetto al 31 marzo 2022 (pari a 4,0 miliardi di euro); l’ammontare scende a 3,2 miliardi di euro, in calo del 25% anno su anno, tenuto conto dell’operazione di cessione appena finalizzata, L’esposizione netta in termini di crediti deteriorati del gruppo si era attestata a 2 miliardi di euro, sostanzialmente stabile rispetto al 31 marzo 2022. Di conseguenza, a fine giugno 2022 il rapporto tra crediti deteriorati lordi e crediti clientela netti risultava pari al 3,9% proforma, in calo di 100 punti base rispetto al 30 giugno 2021. Alla stessa data, la percentuale di copertura dei crediti deteriorati si è attestata al 51,8%, in aumento rispetto al 31 marzo 2022, quando era pari al 50,8%. La percentuale di copertura proforma per l’operazione di cessione appena finalizzata si attesta al 45,6%, pressoché al livello dello scorso anno.

Per quanto riguarda i coefficienti patrimoniali, al 30 giugno 2022 il Common Equity Tier 1 Ratio si era attestato all’11,7% (rispetto all’11,6% del 31 marzo 2022 e al 12,5% di fine 2021) ed il Total Capital Ratio era risultato pari a 15,4%, che si confronta con il valore del 16,1% registrato a fine 2021. Sempre a fine giugno 2022 il patrimonio netto di MPS e di pertinenza di terzi risultava pari a circa 5,8 miliardi di euro, in flessione di 169 milioni rispetto al 31 marzo 2022 per effetto del decremento delle riserve da valutazione solo in piccola parte compensato dal risultato del trimestre. Al 30 giugno 2022 le attività in titoli dell’istituto erano pari a 22,3 miliardi di euro, in calo rispetto al 31 marzo 2022 (-1,1 miliardi di euro) in relazione al calo della componente al fair value con impatto sulla redditività complessiva e della componente a costo ammortizzato.

Il Monte dei Paschi di Siena ha segnalato che, al 30 giugno 2022, come nei trimestri precedenti, non è emerso alcuno shortfall rispetto agli overall capital requirements. Al termine dell’orizzonte di 12 mesi dalla data di riferimento, ovvero al 30 giugno 2023, considerando la riduzione programmata di capitale collegata al phase-in IFRS9 e gli effetti inflattivi sui risk weighted assets connessi alle evoluzioni sui modelli di misurazione del rischio di credito per effetto delle EBA Guidelines, sull’aggregato patrimoniale Tier 1 potrebbe emergere uno shortfall di circa 500 milioni di euro. Al 31 dicembre 2022, invece, ovvero prima dell’effetto phasein IFRS9, lo shortfall potrebbe essere di circa 50 milioni di euro.

Il management dell’istituto ha ricordato che per far fronte alle carenze patrimoniali prospettiche, emerse anche nello scenario avverso degli stress test EBA 2021, è prevista un’operazione di rafforzamento patrimoniale di 2,5 miliardi di euro tramite aumento di capitale, da offrire in opzione agli azionisti, a condizioni di mercato; l’operazione è alla base del Piano Industriale 2022-2026 approvato dal consiglio di amministrazione del 22 giugno. Il Monte dei Paschi di Siena ha ribadito che l’esigenza di rafforzamento patrimoniale è significativa e determina pertanto un’incertezza potenziale sull’utilizzo del presupposto della continuità aziendale. Tale incertezza è mitigata dal pieno supporto che l’azionista di controllo ha più volte rappresentato e nuovamente confermato nel contesto dell’operazione.

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