Unipol, un semestre con il sorriso

E’ stato un semestre con il sorriso per il gruppo Unipol, che ha chiuso i primi sei mesi dell’anno con un utile di 684 milioni di euro, in crescita rispetto ai 652 milioni del 2021, grazie ai 318 milioni di euro derivanti dalla contabilizzazione di Bper, che ha beneficiato delle partite contabili straordinarie legate all’acquisizione di Carige. L’utile normalizzato sarebbe stato di 405 milioni, in miglioramento dai 386 milioni dello scorso anno.

I premi salgono dell’1,2% a 6,6 miliardi mentre il solvency ratio consolidato si attesta al 201%, in calo rispetto al 216% del primo semestre 2021. La raccolta ha beneficiato della crescita del 5,8% dei premi nel danni, saliti a 4,2 miliardi di euro, di cui 2,2 miliardi nel non auto, a fronte del calo del 5,7% di quelli nel vita, scesi a 2,5 miliardi.
Il combined ratio al netto riassicurazione, indicatore che misura la redditività della gestione tecnica, peggiora dal 92,6% al 94,1% risentendo della “ripresa della frequenza dei sinistri nel ramo R.C. auto”, che nel 2021 “aveva ancora beneficiato delle restrizioni imposte alla circolazione delle persone” legate al Covid.
Il cda della controllata UnipolRec ha accettato l’offerta presentata da Amco per vendita del portafoglio di 2,6 miliardi di euro di npl ad un prezzo di 307 milioni, con un impatto negativo di circa 21 milioni, al netto degli effetti fiscali. La gestione interna degli npl, ricorda Unipol, ha permesso di generare flussi di cassa per 780 milioni, a fronte di esborsi per acquisizione dei crediti di 650 milioni, con una generazione di cassa complessiva di 130 milioni. La vendita riflette la non strategicità del business per il gruppo.

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