Fineco: asset management e rete, sinergie vincenti

Intervista esclusiva a Fabio Melisso, CEO di Fineco Asset Management.

  1. Il Gruppo Fineco ha presentato recentemente i risultati del primo semestre 2022. Ci racconta quale contributo sta portando Fineco AM?

Dal lancio di Fineco AM, avvenuto a luglio 2018, il nostro contributo al gruppo è cresciuto anno dopo anno. E i risultati appena annunciati confermano questa tendenza: solo a luglio abbiamo registrato una raccolta retail di circa 173 milioni di euro che ha contribuito a portare le nostre masse in gestione a superare la soglia dei 26 miliardi di euro. Il peso dei prodotti di Fam all’interno del patrimonio gestito di Fineco sfiora ormai il 30%, un dato che raggiunge il 44% se consideriamo solo i fondi di investimento.

A tutto questo dobbiamo aggiungere la capacità di Fineco AM di interpretare al meglio la ricerca continua dell’efficienza che fa parte del Dna del Gruppo Fineco, evitando la strada più facile rappresentata dall’imposizione di costi supplementari ai clienti. Per questo abbiamo scelto di non imporre commissioni di performance e di puntare sul concetto di fair pricing per tutte le nostre soluzioni di investimento: possiamo permetterci di farlo perché grazie ai nostri gestori a Dublino stiamo ampliando il nostro controllo sull’intera catena del valore, salvaguardando i margini e mettendo a disposizione dei consulenti prodotti vantaggiosi per i clienti.

Da qui l’interesse crescente per i prodotti di decumulo della famiglia FAM Target, ma non solo. Ottimi riscontri sono arrivati anche dalla gamma dei Passive Underlyings lanciata lo scorso maggio.

  1. Quali sono i vantaggi per un asset manager di avere un’unica rete di consulenti finanziari cui proporre i propri prodotti?

Il vantaggio principale è il dialogo aperto costantemente con la Rete di consulenza di Fineco che ci permette di avere feedback sulle necessità della clientela. Estremizzando il concetto, potremmo dire che noi realizziamo soluzioni di investimento in base alle richieste che i consulenti colgono sul territorio: il nostro valore aggiunto è la capacità di farlo in maniera efficiente e rapida per ridurre al minimo il time to market anche grazie all’ecosistema finanziario irlandese che favorisce tempi certi. È il percorso che ha portato al nuovo FAM Smart Defence Equity 2028, che domani aprirà le sottoscrizioni con l’obiettivo di rispondere a una domanda di investimento che punta a cogliere le opportunità del mercato azionario, proteggendo il capitale investito e con una cedola fissa annuale.

  1. A chi si rivolge il nuovo fondo?

E’ un prodotto pensato per quegli investitori che cercano protezione e al tempo stesso vogliono sfruttare un orizzonte temporale medio lungo – 6 anni – per beneficiare della crescita del mercato azionario. E’ indicato per chi si vuole avvicinare per la prima volta al mondo degli investimenti o per chi, finora, ha preferito continuare ad aspettare e tenere la liquidità parcheggiata sui conti correnti con il rischio però di essere irrimediabilmente erosa. Per questo, abbina la possibilità di beneficiare dei soli rialzi del mercato azionario con la solidità di un investimento obbligazionario. E dei suoi costi, considerato che il TER finale è di 135 punti base.

  1. Quali le caratteristiche innovative di questo prodotto?

Con un portafoglio composto al 100% da titoli di Stato italiani, il nuovo fondo offre un coupon che produce un rendimento dell’1% netto tutti gli anni, ed espone il cliente alla performance del mercato azionario solo se positiva, a scadenza dei 6 anni. Questo grazie a un modello altamente ingegnerizzato, che abbiamo sviluppato internamente, e che ci consente di sfruttare appieno la performance positiva dell’indice di riferimento: lo STOXX® Europe Sustainability Select 30.

Trascorsi i sei anni, il cliente beneficerà pienamente della performance positiva che l’indice avrà prodotto. Se al contrario il mercato registrerà un calo, il fondo rimborserà il capitale iniziale e il cliente avrà beneficiato delle cedole annuali.

  1. Mercati sempre più volatili in uno scenario geopolitico ed economico-finanziario internazionale difficile hanno cambiato l’approccio dei risparmiatori agli investimenti. Come state gestendo questa fase soprattutto in ottica di soluzioni adatte al contesto?

Ancora una volta, il punto di partenza è sempre l’ascolto del mercato: a quel punto mettiamo in atto le strategie che riteniamo più adeguate a soddisfare i bisogni della nostra clientela. Il nostro è un approccio pressoché unico, che tiene in grande considerazione la necessità di tutta l’industria di rafforzare l’educazione finanziaria degli italiani. Per questo motivo puntiamo molto su prodotti distintivi che avvicinano gradualmente i risparmiatori ai mercati azionari, accompagnandoli con strumenti che limitino i rischi e consentano di trasformare ogni momento in quello giusto per investire. È il motivo per cui abbiamo scelto di avere al nostro interno le più sofisticate tecnologie disponibili nel settore del risparmio gestito, e sfruttiamo le capacità di ingegnerizzazione il più possibile proprio per cogliere le migliori opportunità che il mercato di volta in volta offre. Lavoriamo “per” e “con” i consulenti, sostenendoli nello sforzo che fanno nell’aiutare la clientela a non cedere all’emotività: i dati di questi ultimi mesi dimostrano che gli sforzi fatti finora stanno dando risultati.

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