“Giornalisti economici, sedicenti consulenti finanziari, pretesi esperti di investimenti, tutti all’unisono irridevano chi teneva parecchia liquidità senza investirla”, scrive Scienza, “bollandolo di analfabetismo finanziario e parlando con disprezzo di soldi fermi sul conto. Erano i consigli in mala fede di coloro che raschiano via commissioni piazzando fondi, polizze et similia…”
Poco importa se molti di quelli che il professor Scienza chiama i “sedicenti” consulenti finanziari facciano qualcosa di ben diverso rispetto a ciò che racconta lui. Magari suggeriscono ai clienti di non parcheggiare tutto il capitale sui conti ma di posizionarsi sui mercati in maniera graduale, nella prospettiva di raccogliere i frutti quando i listini azionari saranno in ripresa. Non a caso, secondo i dati sulla raccolta delle reti pubblicati ogni mese, nelle fasi di incertezza c’è sempre un’impennata dei flussi sul risparmio amministrato, che comprendono appunto anche gli investimenti in conti e liquidità. Anche i sedicenti consulenti finanziari, insomma, consigliano di parcheggiare temporaneamente i soldi in liquidità, ma non certo di parcheggiarvi tutto il capitale.
Meglio cioè creare un serbatoio liquido, da cui attingere per investire in maniera graduale, disciplinata e ragionata. Tutto questo al professor Scienza, specializzato nel fare di ogni erba un fascio, importa poco. Per lui, i consulenti finanziari (che in Italia hanno più di 4 milioni e mezzo di clienti contro i 3 milioni di 10 anni fa) fanno sempre il loro mestiere in malafede.
E voi, cari lettori, cosa ne pensate? Commentate e diteci la vostra