Post elezioni: il futuro di finanza e politica visto dalla consulente

Articolo a cura di Maria Anna Pinturo

https://diversamentefinanza.com/

Ultimamente mi sto sbilanciando con accostamenti di non poco conto. Lo ammetto. Ma chiarisco subito, indossando l’abito del consulente finanziario, che non è di politica che oggi voglio parlare, per quanto la giornata odierna, e non meno le successive fino alla formazione del prossimo governo, non possa che essere dalla politica inevitabilmente determinata se non condizionata. Sotto ogni profilo, innanzitutto finanziario. Che è, di contro, l’aspetto che voglio mettere a tema. Ed è proprio questo – aspettate prima di trarre le indebite conclusioni – che ha trascinato il mio pensiero, costringendolo a passare dalla candidata già data come assoluta vincitrice (Giorgia Meloni) a nientemeno che Roberto Benigni, nella brevissima ma emozionante lezione che vi ho voluto proporre. Se avete poco più di due minuti da dedicare all’ascolto del prezioso monologo (non è la scena di un film ma anche la lezione di Benigni è uno splendido cadeau cinematografico), fatelo. Io per ragioni di tempo, mi soffermo su una delle espressioni in esso centrali: «La bellezza è cominciata quando qualcuno ha cominciato a scegliere».

Ecco. Se c’è un punto che siamo stati costretti a riconoscere nell’esperienza finanziaria, e non dico più dell’ultimo periodo, è che in fondo, in qualche modo, siamo stati costretti a imparare a stare nell’errore, nel senso più originario del termine, che lo riconduce innanzitutto a un vagare. Cosa vive nel suo piccolo l’investitore, non dico negli ultimi tempi? Un tentativo ripetuto di stare in questo errare, in questo vagare finanziario alla ricerca dell’ancoraggio, di quello corretto. Errare che, nota bene, non si identifica con sbagliare, che ha lo stesso etimo di “abbaglio”. Perché quello che si è ripetuto nell’esperienza finanziaria è stato un vagare fuori via, in una ricerca incondizionata della strada giusta, della dimensione che più in grande ha vissuto e continua a vivere la finanza nelle sue previsioni e nella sua riproposta costante del metodo, di quello unico, valido sempre, nel corretto orizzonte temporale: la diversificazione. Questa è la pillola che da sempre e sempre di più si ripropone e si accentua come la via unica della consulenza finanziaria per affrontare, meglio, per stare e rimanere nelle sfide che si ripetono da tempo, senza una soluzione che si riesca a intravvedere con tratti definiti. Diversificazione che ha tutte le sembianze, se non la forma, di un errare, alla ricerca di una ri-definizione di esiti (si auspica guadagni), che prima o poi si ripresenteranno, ripeto, sempre per rendere giustizia alle regole della finanza di sempre, nel corretto orizzonte temporale, riaccendendo speranza e aspettative nella mente degli investitori. Si rimane quasi stupiti dal ritrovare allusioni reiterate a questo assioma regolamentato della finanza, nel dettaglio cronicistico dei manifesti politici di cui si è letto negli ultimi giorni. Milano Finanza riparla delle  5 regole per stare sul mercato all’interno di un contesto determinato da una probabile se non scontata vittoria della destra, citandone a più riprese la donna del suo manifesto. E nelle 5 regole la regina è la diversificazione, oltre all’orizzonte temporale, l’obiettivo, la costanza, il controllo dell’emotività…

Come se non ci fosse un domani, direbbero i nostri ragazzi. Come se la dimensione dell’errare fosse davvero l’unica dimensione possibile. Imparare a stare nell’errore, nel vagare, aspettando che la situazione si sistemi. Che è esattamente quello che la nostra situazione (non la chiamo realtà…) politica rileva come unico vero contenuto, allettando qua e là, vagando su diverse soluzioni apparentemente definitive (non posso attardarmi sul perché lo siano solo in apparenza, ma saprete capirlo da soli), diversificando nel mare attualmente irruente di una assenza di reale soluzione. Tuttavia non è esattamente quello che deve fare la consulenza finanziaria, se non la finanza stessa, nella misura in cui dovrebbe porsi come possibile soluzione, e non solo lettura del mercato; nella misura in cui la finanza si è posta come ipotesi di scambio di risorse da chi le ha a chi non le ha, ipotesi di efficientamento dunque dell’economia reale in tal senso. E anche la politica dovrebbe esserlo, in fondo, una soluzione. Ma su questo fronte l’errare fa parte della piega che i discorsi hanno preso, e che a prescindere dalla via scelta si delineeranno; e su questo le grandi banche internazionali, i grandi partner finanziari si sono largamente esposti per tracciare panorami del prossimo futuro, pronti a dare per scontato come sarà e non sarà.

Se sul fronte politico si dice e si ripete che poco c’è da fare, se non aspettare, è davvero così che deve andare, non dico in finanza, ma ai tavoli della consulenza finanziaria? È davvero solo la diversificazione, nell’orizzonte temporale, con un obiettivo, mantenendo i nervi saldi, è solo questa formula in 5 punti il viatico per affrontare il mercato? Tutto giusto, certo. Da sempre. Non potrei mai rinnegarlo, per quanto nella storia dei portafogli dei clienti ha portato, per non parlare troppo dall’alto della dimensione generale del mercato finanziario. Ma forse le parole di Benigni aiutano a rompere uno schema. E a mantenerlo rotto. È forte oltre che simpaticissima l’allusione anche alla scelta che dovette fare Eva della fatidica foglia di fico da “indossare”, una scelta fatta a fronte di quante foglie? Certamente tante.

«La bellezza è cominciata quando qualcuno ha cominciato a scegliere». Forse la dimensione dell’errare, se non dell’errore, rimarrà davvero una situazione in cui saremo costretti a stare, avendo imparato a farlo nel tempo. Ma in finanza abbiamo una grande opportunità: essere davvero consulenti finanziari. Chiarisco: fare consulenza finanziaria. Chiarisco: fare scelte finanziarie per i nostri clienti. Aggiungendo così alle conclamate 5 ripetute regole del comportamento in finanza, la sesta, magari nuova, ma divenuta importante se non fondamentale: fare scelte precise. Più difficile che comprare tutto, sostenendo poi che in fondo la diversificazione paga sempre nel tempo? Verissimo. Ma qui non siamo in politica. Qui ci occupiamo della finanza non in generale, ma di quella personale dei nostri clienti. E qui le scelte si devono fare. Sempre di più.

Alla prossima!

 

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