Fee only, le nuove sfide delle scf

Pubblichiamo di seguito un interessante approfondimento a firma Luca Mainò tra i fondatori di Consultique, membro del board di Nafop e vicepresidente di AssoScf, dedicato al mondo delle scf

Oggi intervisto il professor Claudio Boido, alla sua prima uscita come membro del board dell’Organismo di Vigilanza dell’Albo dei CF, in rappresentanza delle Società di consulenza finanziaria (SCF).

Docente Ordinario all’Università di Siena (Corso di Laurea Scienze Economiche e Bancarie, Corso di Laurea Specialistica Economia e Gestione degli Intermediari Finanziari) e docente a contratto alla LUISS (Corso di Laurea Economia e Management), Claudio Boido è stato proposto dall’associazione AssoSCF e porterà la voce delle Società di consulenza indipendente all’interno dell’Organismo.

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Prof. Boido, quali sono i motivi che l’hanno spinta ad accettare la candidatura per il board dell’Organismo di vigilanza OCF, in qualità di rappresentante delle Società di consulenza finanziaria?

Dalla loro recente introduzione sul mercato (2018) le SCF stanno svolgendo un ruolo significativo in materia di investimenti finanziari e il loro peso dovrebbe ulteriormente crescere nel futuro. Ho ritenuto interessante accettare la candidatura per partecipare alla fase evolutiva del processo di crescita delle SCF nel rispetto dell’indipendenza in materia di investimenti, pianificazione patrimoniale, immobiliare e successoria. 

Il mercato della consulenza finanziaria e della distribuzione stanno attraversando una fase di profondo cambiamento. Che ruolo assumeranno, secondo lei, le SCF nei prossimi anni?

Il mercato della consulenza indipendente è ancora relativamente giovane, ma in breve tempo sta consolidando la sua presenza in Italia, così come avviene da decenni nei Paesi più evoluti sotto il profilo dell’asset management, ove è consuetudine accettare il concetto del fee only. In un contesto futuro sarà importante per le SCF mantenere un qualificato team di consulenti che lavorino in sintonia nel rispetto dei principi della trasparenza. In uno scenario futuro non si può sottacere di continuare a investire sul digitale nell’ottica di intercettare i nuovi investitori del domani, già orientati sin da oggi nei loro investimenti finanziari nell’utilizzo di tecnologie sempre più avanzate.

Famiglie ed investitori sembrano apprezzare la consulenza finanziaria indipendente. Quali saranno gli elementi determinanti a favore delle SCF e dei Consulenti Autonomi nella competizione sul mercato?

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Competenze e professionalità sono sempre più importanti e per acquisirle ci vuole preparazione che si consolida nel tempo. I Consulenti autonomi e le SCF dovrebbero porsi tra gli altri l’obiettivo di aiutare il cliente ad accettare l’incertezza dei mercati finanziari e a renderlo consapevole che non può cogliere un “free lunch” nella selezione dei propri investimenti. Il cliente investitore, conscio dell’incertezza dei mercati, non deve considerare il consulente un chiaroveggente, ma un professionista preparato che lo aiuta nella comprensione delle dinamiche dei mercati per calibrare una corretta destinazione della propria liquidità. L’osservanza dei requisiti richiesti da parte delle SCF e dei Consulenti Autonomi non rappresenta solo la dovuta osservanza dei regolamenti, ma una imprescindibile garanzia per la tutela e la sicurezza degli investitori, sovente attratti dai rendimenti facili volano delle note e ripetute truffe finanziarie. 

Siamo in attesa della nuova direttiva europea MiFID 3? Quali sono le aspettative nei confronti di questo nuovo intervento comunitario sul settore?

La normativa è in continuo divenire e si deve adeguare alle variazioni che costantemente coinvolgono il mondo finanziario, La forte attrazione sul tema degli investimenti sostenibili o dell’ESG factor ha spinto il legislatore dallo scorso mese di agosto a rivedere la modulistica sulla profilazione del cliente inserendo dei quesiti sulla possibile selezione di prodotti finanziari etichettati ESG. L’auspicio è quello di avere a disposizione uno strumento agile e operativo che non si riduca a una pedissequa osservanza di regole, spesso non comprese o non valutate correttamente dagli investitori e dagli operatori professionali.

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Come si pensa di coinvolgere i giovani appassionati di finanza per indirizzarli verso la professione? 

L’evoluzione dei processi finanziari affascina i giovani poco attratti dalla finanza tradizionale che giudicano obsoleta rispetto al mondo fintech. La presenza sul mercato dei “financial influencer” li illude sulla semplicità del processo di selezione non rendendoli consapevoli dei rischi che tale scelta comporta, a differenza della consulenza autonoma che viceversa presuppone un processo di crescita costante nella conoscenza dei mercati finanziari. Il loro coinvolgimento può essere facilitato nella ricerca, come abbiamo detto in precedenza, di aprire le SCF e i Consulenti autonomi al mondo digitale (robo-advisor, machine learning, criptovalute, NFT) che rappresenterebbe un polo attrattivo iniziale verso la professione.

Se dovesse decidere un provvedimento da applicare domani sull’intero settore, cosa farebbe? 

Non ritengo, allo stato attuale, sia necessario emanare continui provvedimenti che in molti casi rappresentano dei paletti spesso non rispettati e che vengono visti come norme aggirabili se il professionista finanziario non sia corretto e se il cliente non sia consapevole. Credo che il rispetto dell’indipendenza, della professionalità, dei requisiti patrimoniali e organizzativi sia la migliore garanzia per operare in modo corretto.

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