Finanza, il nuovo contratto tra inflazione e digitale

Anche nel settore della finanza è tempo di riforme del lavoro e contrattazione, soprattutto per i circa 270 mila bancari delle banche Abi e dei 47mila assicurativi dipendenti delle compagnie Ania. Come riporta Il Sole 24 Ore, tema centrale sarà sicuramente l’inflazione, mentre per gli assicurativi molti capitoli del negoziato potrebbe uscire completamente trasformati.

Il contratto del credito scade a fine 2022 e i sindacati di settore si stanno già muovendo con grande anticipo, in particolare sui temi dell’occupazione, del salario, degli inquadramenti, dell’organizzazione del lavoro e del lavoro agile, dell’innovazione digitale, diritti e welfare. “Il nuovo contratto nazionale di lavoro rappresenta più che una sfida una opportunità che abbiamo per trovare delle soluzioni a scenari che sono in continuo mutamento, una opportunità per trovare soluzioni che ci consentano di accompagnare questi scenari – spiega – Si parte da una base importante dall’ultimo contratto, ma c’è da aggiustare qualcosa. La prima sfida da affrontare è quella della digitalizzazione – prosegue Furlan – Dobbiamo uscire dallo stereotipo che l’innovazione tecnologica riduce i posti di lavoro, il progresso nella storia c’è sempre stato, questa è l’opportunità che dobbiamo cogliere. Abbiamo bisogno di fare fronte a una condizione contingente, soprattutto dopo pandemia e guerra, e si devono trovare soluzioni per dare un ristoro a famiglie e imprese e trovare soluzione strutturali. Dobbiamo partire dall’idea che è necessario coniugare la vocazione di impresa e porsi al servizio del paese e dei territori“ ha dichiarato Fulvio Furlan, segretario generale Uilca, nel corso del settimo congresso nazionale.

“La digitalizzazione non è alternativa alle persone. Il nostro è un settore dove il servizio viene erogato da persone per le persone. La digitalizzazione è un mezzo. Ci può essere un dialogo digitale, una consulenza digitale, ma da una parte e dall’altra del filo ci sono sempre due persone” ha commentato Salvatore Poloni, presidente del Casl Abi. “Bisogna trovare un punto comune, non può separarci la visione della centralità della persona. Non è un tema facile, dobbiamo lavorarci con convinzione: il rispetto della persona in quanto tale, prima ancora di valutarla relativamente al lavoro che fa, è un fatto che non può dividerci perché deve essere patrimonio comune“.

Della convivenza tra i rapporti umani e tecnologia ha parlato anche Giampiero Maioli, amministratore delegato di Credit Agricole Italia: “Stiamo andando sempre di più verso la digitalizzazione di tutti i processi operativi e di tutti i prodotti verso la clientela, ma vogliamo dare la possibilità di un contatto con la persona, quindi un rapporto umano, oppure con la tecnologia e il digitale. Credo che le due cose siano compatibili“.

 

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