Mps, dall’aggregazione si defilano Unicredit e Banco Bpm

La privatizzazione del Monte dei Paschi si fa sempre più complicata. Delle ultime ore, infatti, la notizia che due delle principali indiziate per un’aggregazione, ovvero Unicredit e Banco Bpm, si sarebbero defilate. Come riporta Il Giornale, l’occasione si è manifestata durante il settimo congresso dell’Uilca, il sindacato dei lavoratori del settore bancario e assicurativo.

A fare rumore sono state le parole dell‘ad di Unicredit, Andrea Orcel, sul dossier Mps. “La situazione di incertezza e volatilità elevata in Europa rende difficile fare fusioni e acquisizioni nel settore bancario” ha spiegato. “Mps sta facendo il suo piano di rilancio e sarà presto sul mercato, ma un’operazione di questo tipo non è di attualità”. Ricordiamo che già nei scorsi mesi Unicredit aveva provato a rilevare Mps, senza successo. L’uscita dal capitale del Monte, di cui il ministero delle Finanze è azionista con il 64,2%, è richiesta da Bruxelles, che sembra comunque disposta a concedere più tempo, visto anche l’insediamento del nuovo governo.

In questo scenario, anche l’altro possibile acquirente, Banco Bpm, pare essersi ufficialmente defilato dalla partita. A confermarlo è stato l’ad, Giuseppe Castagna: “Il dossier Mps non è sul tavolo, non lo è mai stato negli ultimi due anni e continua a non esserci. Non voglio fare un’altra ristrutturazione, ma se ci fosse la possibilità vorrei fare un’altra operazione con una banca già pronta alla ripartenza”.

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