Mps verso l’aumento, Lovaglio consulta il Mef

L’aumento di capitale da 2,5 miliardi di Mps continua ad essere al centro delle attenzioni del mercato. Come scrive Il Sole 24 Ore, la data cerchiata focus resta quella del 17 ottobre, giorno della probabile ricapitalizzazione chiesta dalla Bce. Restano ancora alcuni dubbi, come su chi metterà sul tavolo i 900 milioni di euro da aggiungere agli 1,6 miliardi di competenza del Tesoro, azionista al 64% circa della banca.

Il ceo Luigi Lovaglio continua a cercare la quadra, ma nonostante le possibili partecipazioni dei partner industriali Axa e Anima, restano incertezze sugli altri investitori.
Axa, socia di Siena in una joint-venture sul fronte assicurativo, avrebbe dato la propria disponibilità a partecipare per una cifra attorno ai 150 milioni. Anima invece, partner commerciale puro del Montepaschi, avrebbe chiesto una revisione degli accordi di distribuzione a fronte della disponibilità a investire attorno ai 100-150 milioni nell’aumento.

Se questo lato sembra abbastanza coperto, resta invece più incerto il lato riguardante i restanti 600 milioni di euro. Una quota ridotta, attorno ai 100 milioni di euro, potrebbe arrivare da investitori istituzionali. Lovaglio si dice ottimista circa il buon esito dell’operazione, come ribadito anche in un recente incontro avvenuto al Mef tra le banche del consorzio di garanzia e i rappresentanti del Tesoro, dove è stato fatto il punto della situazione.

In caso l’aumento non andasse in porto, per Siena si aprirebbe la strada o per un aumento ridotto oppure per un rinvio dell’intera operazione al 2023. In questo ultimo caso, però, si dovrebbe prevedere una revisione del capital plan e dell’intero aumento di capitale, in uno scenario che però nessuno vuole prendere in considerazione.

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