Contanti, l’Italia vuole fare il passo del gambero

Articolo a firma Geronimo Emili, promotore No Cash Day e presidente Associazione CashlessWay

L’intenzione del Governo Meloni di ritoccare per l’ennesima volta il tetto al contante lontano da ogni possibile comprensione da parte del cittadino, riporta l’Italia indietro nel tempo e presto probabilmente all’ultimo posto nelle classifiche internazionali connesse all’uso degli strumenti digitali di pagamento e di educazione finanziaria (strettamente connesse all’uso di questi strumenti).

La storia del tetto al contante comincia già prima dell’avvento dell’euro e ha visto moltissime modifiche ad opera di governi ma oggi, grazie anche alla spinta dei vari lockdown e delle questioni igieniche connesse, si era finalmente riusciti a implementare e a rendere diffuso, come nei paesi occidentali più avanzati, l’utilizzo degli strumenti digitali di pagamento.

Non si capisce quindi a chi realmente possa giovare un innalzamento del limite a 10mila euro quando ormai nessun cittadino che operi nel perimetro della legalità abbia interesse a usare così tanto contante. Meno che mai i meno abbienti di cui ci si serve spesso per giustificare azioni politiche che rispondono a ideologie.

Se la proposta del nuovo Governo dovesse concretizzarsi, l’Italia tornerebbe indietro di 15 anni quando il limite, stabilito dal Governo Berlusconi, era a 12.000 euro, limite abbassato dallo stesso Governo a 5000 euro due anni dopo.

Il consiglio al Senatore Fazzolari è di leggere bene il report di Banca d’Italia dell’anno scorso “Pecunia Olet”, dove emerge chiaramente la connessione tra tetto al contante e evasione fiscale concludendo così: ” limiti più severi nell’uso di i contanti sono uno strumento efficace per contrastare l’evasione fiscale”.

E, qualora si volesse tirare in ballo anche la UE o altri Paesi UE per rendere ragione di questa iniziativa, riportiamo le parole di oggi di Valdis Dombrovskis, vicepresidente esecutivo della Commissione europea. “Gli Stati membri sono liberi di decidere autonomamente sul limite al contante ma è chiaro che come Commissione preferiremmo dei massimali più bassi possibili“.

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