Mps, con la chiusura dell’aumento si guarda al futuro

Con la chiusura dell’aumento di capitale del Monte dei Paschi di Siena, inizia di fatto una nuova era per la banca più antica al mondo.
Come scrive L’Economia de Il Corriere della Sera, durante la settimana entreranno nelle casse senesi  2,5 miliardi di euro. Poco meno di un miliardo servirà per accompagnare in pensione, con uno scivolo lungo fino a 7 anni, circa 4.150 dipendenti, che lasceranno Mps entro la fine di novembre.

Finanziariamente parlando, l’operazione di aumento è nata interamente garantita dal consorzio che vede impegnate come capofila Bank of America, Citi, Credit Suisse e Mediobanca; martedì 1 e mercoledì 2 novembre ci sarà l’asta sulla quota di capitale inoptato, dove si individueranno e si peseranno gli investitori veri. Le ultime fondazioni di origine bancaria a farsi avanti sono state Cariplo, la Compagnia di Sanpaolo, Crt, Cuneo, oltre ad un interesse di Modena e anche di alcune casse previdenziali come l’Enpam. Lo Stato italiano, attraverso il ministero dell’Economia, sottoscriverà pro quota fino a un massimo di 1.605 milioni: da coprire ne restano quindi 900.

Nonostante le incertezze sui sottoscrittori, l’operazione voluta dal ceo Luigi Lovaglio procede a vele spiegate. Le uscite programmate stanno già portando a rivedere gli equilibri interni, e la vera sfida sarà fare funzionare bene la banca sottraendo in un colpo solo poco meno del 20% dei suoi 22.100 dipendenti attuali.

“Quando la Bce ha esaminato il caso Mps, ha posto come priorità nell’operazione di risanamento l’attenzione ai costi, soprattutto perché si sono evidenziate nelle direzioni generali un eccesso di addetti rispetto alle effettive esigenze” ha ricordato Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, primo sindacato nel mondo delle banche italiane.

“Quando la prima fase di questa riorganizzazione interna sarà conclusa si apriranno nuovi spazi che andranno occupati da assunzioni di giovani con profili professionali rivolti a interpretare le esigenze della banca del futuro, soprattutto in tema di digitalizzazione e smaterializzazione, sia del denaro, che dei servizi connessi” ha aggiunto Sileoni. Ma per il futuro c’è tempo: adesso Mps deve chiudere con il passato e concentrarsi su quanto c’è da fare entro la fine di novembre.

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