Consulenti, con la rivoluzione tecnologica i risparmi li gestisce l’algoritmo

Il futuro è alle porte, ma gran parte dei risparmi sono già gestiti dall’intelligenza artificiale. A confermare questo trend sempre più in aumento è una ricerca della Consob, che ha effettuato un sondaggio fra otto delle principali case d’investimento, i cui risultati sono stati resi noti in un Quaderno Fintech dal titolo “L’intelli- genza artificiale nell’asset e nel wealth management”.

Come riporta Affari&Finanza, se gli essere umani sono un po’ restii e diffidenti nei confronti delle “macchine”, la Consob ha voluto indagare i limiti e i rischi di questo uso tecnologico nel comparto della gestione del risparmio. Come si legge nel Quaderno, l’uso del “machine learning da parte degli intermediari finanziari e dei gestori patrimoniali è sempre più diffuso a livello globale. La disponibilità delle nuove tecnologie, unitamente a quella di dati e potenza di calcolo, potrebbero influenzare notevolmente i modelli di business degli operatori con riguardo al servizio di consulenza, alla gestione del rischio, all’identificazione e monitoraggio dei clienti, all’attività di trading e alla gestione del portafoglio”.

Alcune delle società intervistate usano già tecniche di advanced analytics, che viene utilizzata per la scoperta, l’interpretazione e la comunicazione di modelli significativi nei dati. Inoltre, tutte usano il natural language processing, una funzione che permette alle macchine di leggere rapidamente ed estrarre dai documenti ciò che serve al gestore per fare delle scelte. In alcuni casi vi è anche l’uso del sentiment analysis, che tiene conto per l’appunto del sentimento prevalente nei mercati.

Insomma, l’intelligenza artificiale procede a passo spedito e permea ormai tutto il processo di asset management. Questo non vuole dire che le macchine arriveranno a sostituire l’uomo, ma si parla di integrazione e affiancamento.

Proprio sui rischi si è soffermata la ricerca Consob: “Se la qualità dei dati è bassa, la macchina elabora informazioni imprecise. L’algoritmo, inoltre, potrebbe essere “allenato” su dati storici che non riflettono più la situazione corrente. Emerge in generale il rischio di distorsioni e discriminazioni” ha spiegato Nadia Linciano.

Un altro elemento di pericolo cui si espongono gli asset manager, ma per ora poco avvertito in Italia secondo Consob, è quello del cyber risk: “Le società più piccole comprano modelli di A.I. da provider esterni, che non sono tanti. Si possono amplificare le vulnerabilità e l’impatto sistemico di rischi preesistenti, come quelli le- gati a cyber-attacks” ha concluso Linciano.

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