Un nuovo modo di fare banca, il gotha finanziario ricorda Ennio Doris

Si è svolto lo scorso 15 novembre, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, il convegno “Un nuovo modo di essere banca”. Realizzato per ricordare la figura di Ennio Doris, imprenditore, banchiere e fondatore di Banca Mediolanum, scomparso all’età di 81 anni il 24 novembre 2021, l’incontro ha visto la presenza di tantissimi protagonisti del mondo bancario e della consulenza finanziaria.

Dopo i saluti del rettore dell’Università Cattolica Franco Anelli, del presidente Assbb Nazzareno Gregori e del presidente Banca Mediolanum e vicepresidente Assbb Giovanni Pirovano, è seguita la tavola rotonda sul tema “La rivoluzione dell’impresa bancaria”, presieduta da Rony Hamaui, segretario generale Assbb, e con interventi di Marco Giorgino, docente al Politecnico di Milano, e di Marco Oriani, docente all’Università Cattolica, la quale ha messo in evidenza l’unicità del modello bancario ideato dall’imprenditore di Tombolo.

Prima del ricordo finale “di famiglia” lasciato alle parole dei figli Sara e Massimo, il momento centrale dell’evento è stato caratterizzato dalla presenza di figure chiave del mondo bancario e della consulenza italiani che si sono alternate nel fornire una loro riflessione in memoria di Doris. Bluerating era presente all’incontro e qui di seguito vi propone alcuni passaggi chiave dei presenti (Antonio Patuelli, presidente ABI, Bruno Bianchi, già direttore centrale Vigilanza Banca D’Italia, Giuseppe Castagna, Ceo Banco BPM, Alberto Nagel, amministratore delegato Mediobanca, Victor Massiah, docente in Cattolica, Davide Serra, Ceo Algebris Investments, Domenico Siniscalco, Vice Chairman Morgan Stanley Europe, Flavio Valeri, presidente Lazard Italia).

Bruno Bianchi: “Mi ricordo che Doris propose il suo progetto in un momento in cui la reputazione del mondo della consulenza finanziaria non era ai livelli attuali. In particolare gli fu chiesto di dare garanzie , oltre a quelle patrimoniali, sulla formazione e sulla professionalità dei consulenti. Il fatto che poi istituì la corporate university ci mostrò chiaramente la volontà da parte di Banca Mediolanum di porsi come un interlocutore di affidabilità assoluta. Infatti negli anni a seguire gli episodi di vigilanza legati all’operato dei professionisti di questa società sono stati minimi e sempre in piena sintonia, collaborazione e trasparenza con la stessa mandante”.

Domenico Siniscalco: “Era una forza della natura. Aveva la forza propulsiva di credere pienamente in quello che faceva. Le prime volte che lo incontrai, tanto era il suo entusiasmo, mi domandai se fosse stato un matto o un genio ed evidentemente si trattava di un genio. Se penso al suo apporto all’industria bancaria e della consulenza posso dire che praticamente ha offerto una cronologia di innovazioni a cadenza biennale. Quando sono diventato direttore generale del Tesoro, abbiamo visto una partita dell’Italia assieme a casa, andata mala, ma lui mostrava comunque l’entusiasmo di un grande tifoso. Anche lavorando in Morgan Stanley l’ho visto con grande frequenza, quando ci incontravamo spesso chiamava il call center di Banca Mediolanum per mostrarmi come avrebbero risposto entro i tre squilli. Quello che fece con Lehman rimase nei libri di storia. E se penso a MS e al successo dei Best Brands di Mediolanum che la vedevano coinvolta, direi che abbiamo avuto questo risultato anche perché eravamo sulle spalle di un gigante”.

Alberto Nagel: “Mi sono occupato della quotazione di Banca Mediolanum e ho conosciuto una società straordinaria. Mi sono subito reso conto di quanto la forza di Mediolanum coincidesse nella forza della famiglia Doris. Ha sviluppato una cultura aziendale unica, con un senso di appartenenza e condivisione molto difficili da trovare. Oggi questo è l’asset principale della società. In Mediobanca, Ennio ci ha conquistato. Averlo nel consiglio di amministrazione era prezioso, specie se penso a quando ha apertamente appoggiato le mie proposte di sviluppo del wealth management e della consulenza finanziaria retail del gruppo, come ad esempio quando lanciammo CheBanca!”

Giuseppe Castagna: “Ho cominciato a fare banca nell’81. Fare banca con i privati era un tabù ed era complicatissimo, ma Doris ebbe l’intuizione giusta. Di fatto, come dico spesso, Ennio Doris si è inventato la prima fintech in Italia, rivoluzionando l’idea di fare banca per il retail, portandola fuori dalle filiali e puntando tutto sulla creazione di fiducia. Mi ricordo quando abbiamo fatto un’intervista doppia in pandemia; dopo che io avevo cercato di dare qualche spunto positivo in prospettiva al giornalista, lui parlò dopo di me e mi disse “mi fa piacere che lei sia ottimista, ma non è abbastanza”. Ecco questo era il suo spirito, la sua unicità. Dopo di lui, tutti noi banchieri abbiamo scimmiottato il suo modello di gestione del risparmio”.

Victor Massiah: “Stiamo parlando di una persona meravigliosa. Il primo punto è la sua eccezionalità nel coniugare visione e capacità organizzativa. Impersonificava l’intelligenza emotiva. In seconda analisi aveva una capacità grandissima di stare dentro la nostra comunità di business; penso ad esempio a quando fu costituito con il ministro Padoan il fondo Atlante, dove contribuì attivamente considerandolo in aiuto al Paese, anche se formalmente Banca Mediolanum non sarebbe dovuta essere tra le realtà coinvolte”.

Fabio Valeri: “Il mio primo incontro con lui fu difficilissimo. Eravamo nel pieno della crisi Lehman e in seguito all’annuncio da parte di Banca Mediolanum di voler rimborsare i clienti, io in Finanza e Futuro mi ritrovai travolto dalle chiamate dei miei consulenti e dei loro clienti che si aspettavano il medesimo trattamento. Ne parlai con lui, dato che era molto complicato per noi dal punto di vista finanziario adottare la stessa procedura, ma lui mi disse che dovevo assolutamente rimborsare. Mi lasciai convincere, coinvolgendo anche Zurich e fu la scelta giusta. Da allora abbiamo cominciato a vederci un paio di volte l’anno parlando sempre di temi a lui cari. Negli ultimi tre o quattro anni le nostre chiacchierate erano incentrate sulla tecnologia ed era bello vedere un signore non giovanissimo come lui parlare con entusiasmo di questo tema”.

Davide Serra: “E’ la persona che ha avuto più impatto sulla mia vita. Era il 1996 e da analista del primo anno fui mandato a Milano 2 per seguire la quotazione di Banca Mediolanum. Immediatamente mi trovai di fronte un imprenditore straordinario, con un carisma pazzesco e un sorriso che magnetizzava la stanza in cui si trovava. Gli diedi una mano nella produzione delle slide per la presentazione in inglese della quotazione, dato che la sua padronanza della lingua non era il massimo; ebbene successivamente quando si presentò a Londra per l’evento dove doveva utilizzarle, parlò con un inglese perfetto. Questo mi fece capire come quest’uomo avesse delle capacità uniche. La cosa che mi ha colpito più di Ennio, al di là di avere istituito una società fantastica è stata la capacità di avere creato una famiglia unica”

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