L’Unione Europea è in procinto di emanare un regolamento in materia di cripto attività e strumenti similari. Un documento molto corposo di oltre 300 pagine che dovrebbe disciplinare gli emittenti di strumenti virtuali, i loro collocatori, tutelare gli investitori, regolare i conflitti d’interesse, le situazioni di crisi e tutti gli altri elementi del mercato che si è sviluppato (forse per questo) fino a oggi in una situazione di assenza di controlli. L’Europa non è la prima a conoscere il fenomeno degli asset virtuali. Altri paesi hanno già costituito unità di controllo del fenomeno o addirittura impiantata una sede in Metaverso per questi nuovi strumenti finanziari. Il regolamento europeo entrerà in vigore nel 2.024 e quindi i suoi effetti non saranno immediati, anche se è evidente che nell’interregno i protagonisti del mercato inizieranno ad adeguarsi alle future norme. Il regolamento ricalca in molti suoi aspetti la direttiva Mifid, si avvale di strumenti già conosciuti e collaudati della normativa. Altri sono relativamente innovativi, quali ad esempio la procedura sanzionatoria più aperta ai diritti della difesa in merito all’accesso agli atti e all’audizione del soggetto vigilato. Non dovrebbe avere effetti traumatici sul mercato finanziario in generale. Certamente non si possono fare previsioni solide non essendo conosciute la dimensione e la qualità del mercato attuale. Si può però ipotizzare che, alla inevitabile confusione iniziale, subentrerà una progressiva stabilizzazione