Azimut-Unicredit, tra vantaggi e potenziali rischi

Quali possono essere i vantaggi e i potenziali rischi della recente partnership tra Azimut e Unicredit nell’asset management? A questa domanda prova a rispondere Maurizio Primanni, ceo Excellence Consulting, con un’analisi in esclusiva per Bluerating che pubblichiamo di seguito. Buona lettura.

Operazione molto interessante ed originale per il mercato italiano che si fonda su una solida relazione tra i vertici delle 2 aziende (questo è spesso garanzia di sostenibilità nel tempo della partnership).

Essa indubbiamente crea valore per entrambi i player:

Unicredit: può riappropriarsi di competenze di Asset Management che aveva perso; può avere a disposizione una nuova fabbrica di fondi in tempi brevi grazie al supporto di un operatore globale come Azimut;

Azimut: attiva un nuovo motore di crescita e marginalità tramite l’accesso al bacino di 7 M.ni di clienti di Unicredit in Italia; rafforza il suo posizionamento di mercato come Asset Manager.

D’altra parte entrambe le aziende dovranno tenere conto di una serie di punti di attenzione. Alcuni primi elementi da considerare potrebbero essere:

Unicredit: i tempi di esercizio della call a 5 anni potrebbero essere lunghi, anche se il comunicato parla di possibilità di esercizio anche anticipata al verificarsi di alcune condizioni; da valutare le implicazioni in termini di compliance sui processi mifid della banca (la nuova fabbrica di fondi sarebbe per Unicredit una parte terza o parte correlata in funzione della call option?);

Azimut: l’operazione la avvicina ai multipli di valutazione delle Asset Management Company che sono diversi da quelli delle Financial Network Advisor Company; di minore rilevanza, ma da segnalare il rischio di cannibalizzazione degli attuali clienti Azimut.

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