Unicredit ridurrà progressivamente il rischio derivante dall’esposizione alla Russia. A dirlo è stato il ceo Andrea Orcel in una intervista rilasciata a Class Cnbc.
“Avevamo una grande presenza in Russia, ma con la guerra dobbiamo necessariamente ristrutturare questa presenza” ha detto Orcel. “Negli ultimi 9 mesi abbiamo ridotto la nostra esposizione sulla Russia del 50% sul cross border. Lo abbiamo fatto in maniera razionale e calma, senza regalare valore a nessuno e proseguiremo in questa direzione”.
“Sulla presenza locale, abbiamo una banca che aveva più di 4mila persone, mentre oggi sono circa 3.500. Abbiamo anche lì rifocalizzato la banca che è principalmente corporate e ha 1.500 clienti di cui 1.250 sono europei” ha spiegato il ceo. “Noi sì abbiamo una banca in Russia ma stiamo sostenendo il disimpegno e tutte le sfide che hanno 1.500 clienti europei che sono nostri clienti anche nei paesi in cui siamo: stiamo accompagnando questa transizione nella maniera migliore che conosciamo”.
Nonostante tutto, però, Unicredit non è ancora riuscita a smobilizzare nessuno degli asset detenuti nel paese, anche a causa dei veti posti dal Cremlino. Ad agosto infatti il governo russo ha emesso un decreto che proibisce a 45 gruppi finanziari occidentali e giapponesi di cedere asset detenuti in Russia.