Banche italiane: allarme Bce sui modelli interni di rischio
La revisione determinerebbe un aumento dei RWA (ossia le attività ponderate per il rischio), che secondo i rumors risulterebbe in impatti a livello di CET1 che oscillerebbero da un minimo di 20-30 punti base fino a oltre 50.
In base ai risultati del terzo trimestre 2022, le banche italiane avevano un buffer significativo nei confronti dei nuovi requisiti SREP (in larga parte invariati rispetto a quelli dell’anno precedente) pari a 518 punti base di media. E gli istituti, al fine di minimizzare gli impatti sul capitale, avrebbero già intrapreso una serie di manovre correttive finalizzate a ottimizzare gli RWA.
Le banche italiane, a detta degli analisti di Equita, si caratterizzano comunque per elevati livelli di capitale congiunti con una buona qualità dell’attivo (NPE Ratio medio superiore al 4%), che a oggi non sta ancora mostrando concreti segnali di deterioramento.
“Le decisioni della Vigilanza della Bce sui modelli confermano la forte pressione del regolatore alla luce delle incertezze sul contesto macro e riteniamo rappresentino una notizia negativa per le valutazioni, in quanto determinano maggiore incertezza sul livello adeguato di patrimonializzazione degli istituti e – di conseguenza – sulla loro flessibilità operativa/strategica“.
All’interno del settore Equita continua preferire quei nomi che, oltre ad avere buona esposizione ai tassi, si caratterizzano per minore rischiosità sul fronte del costo del credito e sono dotati di una elevata dotazione patrimoniale, che permette di contenere gli impatti di revisioni regolamentari. Nel dettaglio, la Sim milanese indica, tra le large cap come favorite UniCredit, Mediobanca e Banco Bpm, e tra le mid & small cap Credem.
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