Io, consulente, ti do tre motivi per convincerti a investire negli Usa

A cura di Maria Anna Pinturo

https://diversamentefinanza.com/

C’era una volta in America… no, non voglio partire dalla nota pellicola. Ma prendo a prestito il titolo perché oggi si sarebbe portati a iniziare così un discorso di consulenza finanziaria, pensando a come si poteva una volta parlare di questo grande Paese, di come si poteva una volta rischiare di più in portafoglio acquistando là, di come insomma, un tempo fosse facile decidere di sbilanciarsi come peso di asset allocation sugli Stati Uniti, comprando a piene mani là dove tutto andava bene.

Chiediamoci però: quando, onestamente, senza obiezioni o eccezioni o singoli episodi o scandali, quando, ripeto, è stato così? Quando si è potuto investire senza condizioni negli Stati Uniti? Quando si è correttamente e coerentemente deciso di investire negli Stati Uniti, in considerazione di tutto quello che in quel Paese, come in altri Paesi, come nella realtà tutta economica, politica e in ultima istanza finanziaria, è sempre capitato, giorno dopo giorno?

Dire la verità, spiegata bene

Se siamo leali con le nostre decisioni di investimento, una sola è la risposta: mai. Mai si è investito negli Stati Uniti “tutto compreso”, ossia in coerenza con quello che, a partire dal giorno immediatamente successivo alla nostra decisione di investimento, è iniziato a capitare…

Eppure in questo inizio d’anno, se pensiamo agli Stati Uniti c’è tanto di cui sparlare. Fatti che più o meno improvvisamente si sono presi la scena e che, in men che non si dica, portano a rettificare, correggere, fare dietrofront su decisioni di investimento prese “appena prima”, alla luce di punti di riferimento, dettagli, fatti che hanno progressivamente, e non improvvisamente e imprevedibilmente, determinato un quadro di riferimento da cui partire per una consulenza diversa. Non, diciamolo, una consulenza contingente, determinata in modo assoluto da quello che accade di giorno in giorno.

Chiedo allora a noi consulenti finanziari, ma anche a ogni investitore che deve riflettere su chi sia il consulente da scegliere e tenere ben stretto. Il punto è dire qualcosa che impressioni, per distinguersi dagli altri, o dire le stesse cose con l’aggiunta del senso, delle ragioni di quello che si dice, che quindi devono rimanere valide, e consolidarsi nel tempo, nonostante quello che accade?

Lo dico io, non lo dico “anche io”

Ho recentemente ascoltato un imprenditore dire una cosa interessante. «Fai innovazione quando puoi dire io dico piuttosto che anche io dico». Ebbene, è proprio di quell’io dico che qui sto parlando. Perché è in quell’io dico che si deve poter constatare la differenza della consulenza finanziaria. Quella differenza che oggi si può fare, ad esempio, sbilanciandosi sugli Stati Uniti, spiegando perché si possa investire e pesare il portafoglio sugli Stati Uniti. Nonostante tutti dicano, nonostante la stampa dica, nonostante fatti capitati portino a guardare altrove. È proprio in quel nonostante che si gioca la differenza. La differenza che bisogna fare con una consulenza ragionata, una consulenza che, al di là dei fatti e nonostante i fatti, porta l’investitore a seguire il vero quadro di riferimento.

Certo che, a leggere la stampa, non c’è da stare tranquilli. È di settimana scorsa la notizia che negli USA si sarebbe di fronte alla possibilità di un default, per aver toccato il limite al tetto del debito, tanto che il governo federale ha varato misure straordinarie (quanta enfasi) per resistere sino a giugno, dando soddisfazione a tutti i pagamenti in scadenza, ovvero ai rimborsi dovuti ai sottoscrittori del debito americano, in attesa che sia varato un nuovo tetto al famigerato debito. Ma, caro investitore, è una faccenda già sentita e affrontata nelle varie amministrazioni, quasi un appuntamento da calendario…

Certo non è tutto. C’è altro di cui sparlare. Perché si parla anche di Biden. «Oh Biden cosa hai fatto?» scrive una prestigiossissima testata, accomunando le vicende chiacchierate di questo presidente a quelle che avevano riguardato il predecessore Trump a proposito di certi documenti riservati. Beh, caro investitore, non è certo la prima notizia di presunti scandali ai danni di presidenti americani… è già capitato, quasi fosse un copione già letto. Eppure la Borsa ne ha risentito. Tutto vero.

I tre punti da tenere a mente

Eppure, nonostante tutto, non mi interessa. O meglio, mi interessa ma io dico che. Io dico che, nonostante queste vicende, si può e si deve investire negli Stati Uniti. E allora mi sbilancio sulla consulenza ragionata a modo mio. Sono tre i punti fermi da tenere a mente, e li dico io, nonostante tutto e a dispetto di tutto quel che accade. Eccoli.

  1. I tassi per gli Stati Uniti sono già molto alti. Il mercato dei prezzi li ha metabolizzati al suo interno. I prezzi hanno già dunque un loro appeal.
  2. L’aumento dei tassi negli Stati Uniti non è terminato; questo potrebbe ancora far scendere i prezzi (vero), ma quanto ancora potranno andare avanti gli aumenti? I toni si abbasseranno. E valutando l’efficienza che vi è già stata sul ribasso dell’inflazione in atto, si può anche aspettare una possibile fine di questa politica di rialzo. E se sulla fine non si possono fare previsioni, si può tuttavia pensare ad aumenti diversi da quelli del 2022.
  3. Non si può pensare che i prezzi per gli Stati Uniti siano arrivati al minimo. Di fatto sono già saliti dalla fine dello scorso anno. Ma soprattutto le trimestrali, che verranno comunicate quest’anno, saranno l’esito degli accadimenti del 2022, incamerando costi esasperati dell’energia e inflazione alle stelle.

Come si vede, consulenza ragionata non vuol dire dichiarazione di principio. Vuol dire ragionamento sui dati, più precisamente su alcuni dati e sui loro collegamenti, per stimarne l’evoluzione, tenendo conto delle componenti di variabilità che si possono già comprendere. I tre punti ci dicono che i prezzi, caro investitore, sono interessanti per acquistare Stati Uniti in portafoglio, e puoi riconoscerlo senza farti influenzare dagli accadimenti. Il fatto che non abbiano ancora una stabilità, dovuta ai dati sugli utili ancora in attesa di essere comunicati, può solo essere un vantaggio per una corretta strategia di acquisto, che non sarà mai quella di comprare in un giorno preciso, in qualsiasi Paese tu investa, ma, ora e sempre, ogni giorno, ogni settimana e ogni mese, a piccole dosi. A dispetto di quello che saresti portato a fare, la contingenza che ogni giorno sembrerebbe darti una nuova visione del mercato. La contingenza che la consulenza ragionata ha il compito di minimizzare, trattenendo dei fatti solo ciò che vale, mantenendo ferma una visione che si conferma essere quella più coerente e vera, nonostante tutto e tenendo presente tutto.

Quindi io dico buy Stati Uniti.

 

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