Consulenza, gli italiani sono ancora troppo “ignoranti”. Lo dice il nuovo rapporto Consob sugli investimenti

Solo 39% degli investitori italiani sa che la prestazione dei consulenti finanziari è riservata ai soggetti iscritti all’Albo unico dei consulenti finanziari e sempre solo il 15% identifica nella modalità di retribuzione una delle caratteristiche tipiche della consulenza indipendente. Inoltre il 34% del campione sa che la consulenza è un servizio a pagamento mentre circa il 60% dichiara di non essere disposto a pagare. E’ uno scenario che denota la persistenza di una certa “ignoranza” degli italiani verso i servizi di advisory, quello delineato dall’ultimo rapporto Consob sulle scelte di investimento della famiglie italiane.

Per fortuna, prosegue l’analisi Consob relativa al 2022, almeno il 68% degli investitori è comunque conscio dell’obbligo del professionista di tener conto delle caratteristiche del cliente prima di fornire un consiglio di investimento, anche se più di due terzi del campione non ha mai sentito parlare o dichiara di non aver compreso l’espressione ‘valutazione di adeguatezza’. Gli individui assistiti da un professionista detengono un portafoglio più diversificato rispetto alla parte restante del campione, per il quale le attività più diffuse rimangono i certificati di deposito e i buoni fruttiferi postali (50% delle famiglie), seguiti da fondi comuni (29%) e titoli di Stato italiani (18%).

La domanda di consulenza, prosegue il rapporto, si associa anche a un maggior possesso di investimenti sostenibili, che nel complesso è riferibile solo all’11% degli intervistati (17% nel sotto-campione degli investitori assistiti da un professionista). Il dato si associa a una conoscenza molto bassa delle nozioni di base in materia di finanza sostenibile e a un interesse diffuso, che in prospettiva potrebbe tradursi in un aumento significativo di tali investimenti: nel giro di due anni, infatti, si dichiara propenso a investire di più in prodotti sostenibili il 57% degli intervistati (74% tra gli interessati e 93% tra coloro che già li posseggono). Proprio la mancanza di conoscenze è il maggiore deterrente a scegliere investimenti sostenibili, seguito dalla percezione di rischi elevati (l’87% degli intervistati li giudica opzioni più rischiose di quelle ‘tradizionali’), performance finanziarie basse (l’86% dei rispondenti li considera opzioni più costose), mancanza di informazioni utili e chiare e il timore del greenwashing

Sullo sfondo peggiora lievemente anche l’attitudine complessiva all’investimento, misurata da un indicatore sintetico, che nel 2022 assume un valore inferiore a 5 (su una scala da 0 a 10) e che riflette le conoscenze finanziarie di base, le conoscenze digitali e l’adozione di abitudini di investimento diverse dalla ‘consulenza informale’ (ossia dall’affidamento a parenti, amici e colleghi). Tale peggioramento è legato alla diminuzione delle conoscenze digitali e all’aumento del ricorso alla consulenza informale, entrambi riferibili agli investitori con minore esperienza di investimento. Quest’ultima, infatti, appare una caratteristica importante ai fini della segmentazione degli investitori: in particolare, gli intervistati con un’esperienza superiore a 10 anni (40% dei casi) mostrano una cultura finanziaria più elevata e si avvalgono più di frequente della consulenza finanziaria rispetto a coloro che hanno fatto il loro ingresso nel mercato dei capitali a partire dal 2020 (23% del campione).

A livello metodologico, l’edizione 2022 si basa sull’indagine “L’approccio alla finanza e agli investimenti delle famiglie italiane” somministrata nei mesi di giugno e luglio 2022 da GfK Italia a un campione di 1.436 individui, di cui l’80% uomini, rappresentativi della popolazione degli investitori italiani. Il Rapporto esplora anche talune differenze di genere sulla base di un campione esteso a 2.085 individui e più bilanciato rispetto alla presenza femminile.

Tutte le evidenze del rapporto, compresa la versione integrale sfogliabile dello stesso, sono disponibili a questo link —>  Rapporto 2022 sulle scelte di investimento della famiglie italiane

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