La professione di consulente è difficile. A dircelo è anche la storia e l’esperienza di Giacomo La Mosca, protagonista del romanzo JACKFLY. In esclusiva per Bluerating.com i suoi racconti quotidiani.
Una cliente mi ha invitato a casa sua promettendomi che questa volta sarebbe stata la volta che mi avrebbe affidato il suo patrimonio che deteneva in una filiale di una banca sotto casa. La sua banca è una di quelle svizzere dove a fronte del segreto bancario e di buoni cioccolatini ti legnano di spese e per giunta l’ambiente è freddo, i private banker portano calzettoni di lana, sembrano finti e senza palle. In banche del genere ci possono lavorare solo persone da Parma in su. Insomma mi trovo a casa della cliente che mi riceve in modo molto succinto. Subito mi faccio l’idea che per la prima volta nella mia vita mi trovo in una di quelle situazioni che si vedono solo nei film. Lei tiene la mia mano e mi accompagna in salotto. Comincio a vedere che i 60 anni li porta molto bene. In salotto c’è una lampada puntata su di me e dietro la lampada intravedo un uomo che non mi saluta, non riesco a vedere il viso ma la sagoma dell’uomo mi rassicura, in una colluttazione avrebbe la peggio. Decido di stare al gioco anche se tengo d’occhio l’uomo. La signora mi offre un buon thè, c’è della buona musica aiurvedica rilassante, un profumo molto eccitante e le domande che mi vengono poste confermano la mia impressione, se sono sposato, dove vivo con chi e così via. Dopo circa un’ora di domande sulla mia vita privata finalmente accade qualcosa di straordinario. L’uomo si alza si avvicina alla donna e gli dice “Si puoi investire con lui è una persona onesta”. Insomma la signora si avvale per tutte le sue scelte di un mago o presunto tale. Il mago nelle settimane successive ci prova con la mia segretaria. Anche questo deve sopportare un consulente finanziario, anche essere valutato da un ciarlatano.
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