Banche: ecco quanto si guadagnerebbe con una una regolamentazione più snella

Oliver Wyman, leader globale nella consulenza manageriale controllato da Marsh McLennan, e l’European Banking Federation, hanno pubblicato uno studio che analizza il quadro regolamentare e di supervisione del sistema bancario dell’Unione Europea rispetto a quello americano e l’impatto che questo ha sul finanziamento dell’economia e sulla profittabilità delle banche stesse.

Secondo il report, una revisione degli attuali requisiti di capitale e processi di vigilanza in linea con quelli osservati negli USA potrebbe liberare fino a 4 trilioni di euro di capacità di credito, che potrebbero essere utilizzati per finanziare la transizione green e digitale e per accrescere la competitività dell’economia europea.

Ana Botìn, presidente dell’EBF e presidente esecutivo di Banco Santander, ha dichiarato: “Il settore bancario europeo è forte e resiliente e siamo ben posizionati per aiutare l’Europa ad affrontare le sfide che si stanno presentando, tra cui la necessità di crescere. Senza crescita, sarà molto difficile portare avanti i progetti legati a difesa e sicurezza, ai servizi pubblici e alla transizione verde che tutti vogliamo e di cui abbiamo bisogno. Le banche europee sono pronte a impegnare più capitali per sostenere questa crescita, ma è necessario che il quadro normativo e di sorveglianza non crei vincoli più pesanti rispetto ad altre regioni, tra cui gli Stati Uniti. Se l’Europa vuole competere con successo nei mercati globali di oggi e cogliere pienamente le opportunità create dalle transizioni green e digitali, dobbiamo fare in modo di avere sistemi che supportino questo obiettivo”.

Claudio Torcellan, Market Leader South East Europe di Oliver Wyman, ha aggiunto: “In un momento in cui l’Europa sta decidendo come meglio rispondere al nuovo scenario macroeconomico e sta pianificando il passaggio a un’economia più verde, riflettere sui requisiti patrimoniali per le banche e sui processi di vigilanza potrebbe dare impulso al credito per l’economia e facilitare lo sviluppo dei mercati dei capitali. Con interventi ben orchestrati, le autorità potrebbero compiere rapidi progressi nel consentire alle banche europee di prestare più denaro da subito”.

Lo studio dimostra come la capacità di concedere crediti del sistema bancario europeo presenti degli svantaggi rispetto agli USA:

  • L’approccio dell’Unione Europea per determinare i requisiti patrimoniali è più complesso, concede al legislatore più discrezionalità e può essere percepito come meno trasparente. L’incertezza che ne deriva è uno dei motivi per cui le banche europee tendono, in media, a trattenere capitale in eccesso. A questo si aggiunga che, generalmente e considerando che il campione è formato da soggetti molto diversi tra loro anche per modello di business, le banche europee devono sottostare a requisiti patrimoniali più severi rispetto alla controparte americana. Inoltre, si prevede che i nuovi requisiti richiesti per attuare pienamente Basilea III e l’aumento delle riserve legate alla questione climatica penalizzeranno più le nostre banche di quelle di oltreoceano.
  • I contributi a garanzia dei depositi e per i fondi di risoluzione dell’UE e dei singoli stati membri sono circa il doppio rispetto a quelli delle banche americane.
  • Il settore bancario europeo non riesce a rientrare nel costo del capitale, mentre quello statunitense registra una profittabilità che si attesta sui livelli pre-crisi.
  • Nell’Eurozona persistono ancora degli ostacoli strutturali al consolidamento, che impediscono alle banche di creare sinergie tra mercati.
  • L’unione del mercato dei capitali UE è ancora molto indietro e questo impedisce lo sviluppo di un mercato delle cartolarizzazioni che garantirebbe alle banche una capacità di credito molto maggiore.

Il report suggerisce che un quadro normativo in grado di bilanciare meglio la promozione della crescita economica, l’incremento della produttività e il mantenimento della stabilità finanziaria, e permetterebbe ai servizi finanziari dell’Eurozona di aiutare l’Unione ad affrontare le sfide attuali. Per questo la European Banking Federation ha stilato un elenco di suggerimenti per le autorità per un aggiornamento del quadro normativo, più favorevole alla crescita:

  • I policymaker dovrebbero raddoppiare gli sforzi per completare l’unione bancaria e dei mercati dei capitali. Dovrebbero inoltre semplificare l’attuale regime di risoluzione, troppo complesso e costoso.
  • I policymaker dovrebbero anche promuovere il mercato europeo delle cartolarizzazioni, dato che oggi – anche includendo il Regno Unito è 17 volte più piccolo di quello statunitense. Un mercato delle cartolarizzazioni ben strutturato consentirebbe alle banche di avere bilanci meno ingessati e di liberare capitale, trasferendo il rischio sugli investitori

Le autorità di vigilanza dovrebbero mettere maggiore enfasi nel rendere i processi più snelli ed efficienti (pensiamo per esempio allo Srep – Supervisory Review and Evaluation Process – o agli stress test) ed essere più vigili sulle violazioni della parità di condizioni nei singoli paesi dell’UE. Mano a mano che Basilea III viene implementato, le autorità devono garantire che le banche dell’UE non si trovino in svantaggio nella partita globale.

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