Banche, un gennaio da record

Le ultime cinque settimane sono state indimenticabili per il mondo della finanza. In particolare, due le giornate da ricordare: martedì 31 gennaio e giovedì 2 febbraio. Nella prima, UniCredit ha chiuso in Borsa con un +12,3%, mentre nella seconda tutte le big hanno ritoccato i massimi del medio periodo.
Come scrive Affari&Finanza, dal primo giorno di apertura dei mercati nel nuovo anno, in 25 sedute l’indice delle banche quotate a Piazza Affari ha guadagnato come nessun altro in Europa.

La svolta è arrivata dopo la metà dello scorso anno, con la decisione delle banche centrali di alzare i tassi per combattere l’inflazione, con gli interessi che hanno ripreso a gonfiarsi e fornire liquidità nei bilanci degli istituti di credito. UniCredit, dopo la fiammata nel giorno dei risultati annuali, ha toccato un nuovo massimo giovedì 2 febbraio, a 18,488 euro.

Meno clamoroso il percorso di Intesa Sanpaolo, che venerdì scorso ha mandato in soffitta un 2022 con 5,5 miliardi di utile netto a cui si aggiungono 1, 4 miliardi di accantonamenti prudenziali. Il gruppo guidato da Carlo Messina ha avuto risalite meno altisonanti, restando maggiormente nel segno della regolarità del passo. Ma anche l’azione di Intesa Sanpaolo non toccava i livelli di questi giorni da tempo, esattamente dal 27 febbraio 2022. Venerdì scorso il mercato ha accolto con freddezza i risultati di Intesa, con il titolo venduto e prezzi in calo del 3%.

Intesa e Unicredit insieme valgono il 60% del valore di Borsa delle banche italiane. Ma anche gli altri istituti nell’ultimo anno hanno provato a recuperare, come Banco Bpm, che ha il primato dei guadagni e in questo inizio di 2023 si è confermata protagonista. In un anno Banco Bpm ha guadagnato oltre il 42% in Borsa, distaccando tutte le concorrenti, da Bper (+31%) al Credem (+22%), fino a Mediolanum (+1,5%), Banca Generali (-6%), FinecoBank (+10%), e a quelle di altri settori: Mediobanca (-4%) o Bff (+25%).
Mps invece, reduce da un aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro, ha praticamente azzerato il proprio valore, perdendo l’88%. Venerdì scorso le azioni erano oltre quota 2,5, per un guadagno di circa il 7o% dai minimi e di oltre il 25% dal prezzo di collocamento a cui sono entrati i nuovi soci.

In generale, a mettere carburante nel motore delle banche è prima di tutto la Bce, che rialzando i tassi alimenta il flusso degli interessi. Mezzo punto percentuale la scorsa settimana, mezzo punto percentuale il mese prossimo. Gli interessi quindi continueranno ad affluire, aumentando nei conti delle banche.

Altri fattori che fanno essere ottimisti riguardano gli spazi di ulteriore crescita, soprattutto per le prospettive macro. Intanto però si aspettano i risultati di diverse altre protagoniste. Domani, 7 febbraio, ci sarà il doppio appuntamento con Banco Bpm e Monte dei Paschi di Siena. Mercoledì 8 toccherà a Bper Banca, giovedì 9 a Mediobanca che, chiudendo il bilancio il 3o settembre, presenterà la semestrale.

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