UniCredit, l’aumento di stipendio di Orcel nel mirino dell’Iss

L’aumento di stipendio del ceo di UniCredit, Andrea Orcel, finisce nel mirino del proxy advisor Institutional Shareholder Services (Iss), che ha consigliato agli investitori istituzionali di votare contro la remunerazione del banchiere, pronta a salire fino a 9,75 milioni.

“L’aumento del 30% dello stipendio dell’ad e il nuovo meccanismo di sconto sul prezzo di conversione dei premi in azioni potrebbero risultare in un aumento eccessivo della remunerazione” si legge nella motivazione del proxy. Iss rileva inoltre che la retribuzione 2022 di Orcel “sembra competitiva rispetto ai concorrenti” e che con l’aumento del 30% proposto la sua paga fissa sarebbe “al di sopra del primo quartile e del 55% al di sopra della mediana”.

Nel frattempo, il board di Unicredit ha proposto di modificare la politica di remunerazione per poter premiare il superamento dei target, sottolineando che in caso di “semplice” raggiungimento degli obiettivi lo stipendio di Orcel sarebbe invariato. “La curva d’incentivazione è inoltre più severa per i pagamenti inferiori all’obiettivo” si legge nei documenti preparati dalla banca per l’assemblea. “Ciò significa che la remunerazione totale dell’ad sarà inferiore, nonostante l’aumento dello stipendio fisso, se gli obiettivi non vengono raggiunti”.

A difesa dell’aumento dello stipendio di Orcel si è intanto già schierata la Fondazione Cariverona, socio storico che per bocca del suo presidente, Alessandro Mazzucco, ha definito “ingiustificate, pretestuose, dannose per il quotidiano perseguimento degli obiettivi di breve e medio termine” le polemiche sul compenso del banchiere, che
“è stato negoziato con procedure rigorose e trasparenti ed è stato acquisito in modo meritato”.

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