Banche: trucchi e trucchetti di un sistema deformante

A cura di Manlio Marucci e Marco Licani della Valle.
Di fronte a un forte squilibrio legato alle recentissime vicende che hanno coinvolto alcune banche statunitensi e a cascata a livello più generale una delle più riconosciute banche internazionali quale Credit Suisse si pone un problema di fondo nel cercare di capire e comprendere quale significato politico assume questa crisi per tutto il settore bancario e l’effetto alone che potrebbe avere – come rischio sistemico – in tutto il circuito finanziario internazionale.
Le ragioni si possono indubbiamente inquadrare nel quadro del modello di sviluppo capitalistico e alle sue componenti strutturali nelle relazioni tra variabili aggregate di sistemi economici diversi, anche sul piano istituzionale, per rilevare e valutare le dinamiche di lungo periodo e il funzionamento dei meccanismi di crescita economica.
Capire quindi come sono rappresentati i rapporti di natura strutturali e conseguentemente i rapporti che a livello della sovrastruttura finanziaria giocano le forze in campo nel tenere in equilibrio tutto il sistema economico, sia la base di un ragionamento logico per analizzare  e comprenderne appieno gli equilibri e squilibri reali dei processi in atto a cui stiamo assistendo. .
Stante a tale situazione, appare sempre più evidente come le trasformazioni tecnologiche e strutturali, gli scenari internazionali determinatisi sul piano socio-politco,  abbiano nel tempo modificato e modificano continuamente le condizioni oggettive degli stessi modelli organizzativi legati a questo tipo di sistema economico.
Anche le politiche monetarie basate su modelli tradizionali di tipo keynesiamo si ritengono non più efficaci nel risolvere i problemi strutturali delle politiche orientate allo sviluppo e non  esercitano soluzioni efficaci che siano in grado di offrire forme concrete alla stabilizzazione del sistema e al suo controllo funzionale.
In questo quadro generale dei problemi per il popolo degli investitori, l’attuale crisi che segue ciclicamente quelli precedenti (dal 2008 ad oggi) vi è quindi un rischio di contagio? Ci sono implicazioni a medio e lungo termine per i loro risparmi e il loro patrimonio?
Analizzando i dati quantitativi, questi ci aiutano a determinare meglio lo scenario a cui stiamo assistendo.
1. il salvataggio delle banche italiane: dal 2016 al 2018 con stanziamenti pubblici è costato alla collettività 24,1 miliardi di euro; solo per citarne alcune: (Mps 5,4mdl + 3,9mld)  – (Banca Etruria, Banca Marche, Cassa Risparmio di Ferrara e Chieti, 4,7 mld) – Banca popolare di Vicenza e Veneto Banca, 4,8 mld)
2. Silvergate Bank (banca californiana 3,8 mld di $ chiuso i battenti);  Signature Bank di San francisco chiude per rischio sistemico; FTX exhange fondata da Sam Bankman Fried crollo dei depositi con perdite del 75%; Coin Base, Micro Strategy, altre  nel settore delle cripto  messe fuori gioco.
3. Effetto domino sulla capacita di credito e tenuta del sistema si propaga nel mondo senza controllo; alcuni indicatori:
https://www.investing.com/equities/unicredito
https://www.investing.com/equities/intesa-sanpaolo
https://www.investing.com/equities/b-m.-pashi-siena
https://www.investing.com/equities/banco-popolare
https://www.investing.com/equities/deutsche-bank?cid=29440
https://www.investing.com/equities/barclays
https://www.investing.com/equities/banco-santander
https://www.investing.com/equities/bbva
https://www.investing.com/equities/bco-de-sabadell

Panico e corsa agli sportelli ovunque, in particolare in Italia per incassare il proprio denaro e riporlo altrove, anche verso strumenti alternativi come i beni rifugio
4. Incredibile verificare come la tanto decantata Svizzera sia colei che tira le fila del crack bancario a livello mondiale con il famosissimo e tanto raffinato Credit Suisse il quale è estremamente vicino a dichiarare insolvenza anche dopo l’iniezione di liquidita da parte del Fondo Sovrano Arabia Saudita per oltre 6 Miliardi di Dollari

https://it.investing.com/equities/credit-suisse

seguito a ruota da UBS

https://it.investing.com/equities/ubs-group-n
https://www.swissinfo.ch/ita/economia/credit-suisse–dove-%C3%A8-andata-storta-/48272112

In tale contesto si può  comprendere su cosa e come si regge l’intoccabile sistema bancario il quale è profondamente malato e a causa di tali condizioni le “uniche” garanzie in realtà sono i “depositi” sui conti correnti e nel caso in cui qualcosa “va storto” i correntisti saranno coloro deputati a “pagare il conto” e quando il crack si rivela gravissimo l’intera collettività ne subisce le conseguenze in termini di costo umano e sociale.
T. Veblen in modo egregio e lungimirante definiva in “The Theory of the Leissure Class… già all’inizio del secolo scorso – anticipandone i tempi – il ruolo svolto dalla figura del captain of busines (affarista), il finanziere puro, rispetto al captain of industry (industriale)  che sfruttando abilmente la congiuntura  dei mercati e i suoi aggiustamenti (gli interstital adjustments) otteneva guadagni anche rilevanti senza produrre niente e in maniera indolore. Una lezione oggi quanto mai efficace nel capire le logiche sottostanti presenti nell’attuale sistema finanziario.
La non conoscenza, la mancata educazione finanziaria. da parte della moltitudine dei risparmiatori/investitori unita alla volontà di non voler comprendere il funzionamento di tale  sistema fa sì che “tale condizione” si  perpetui nel tempo
Se un paio di banche regionali sono state così incapaci di gestire il rischio di tasso d’interesse e di deflusso dei depositi da saltare in poche ore, come possiamo essere sicuri che altre banche non si troveranno a dover affrontare problemi simili?
Alcune esperienze dirette vissute all’interno di tale sistema ci aiutano a capire il funzionamento della Tesoreria di una banca.
Sono due i motivi principali per cui le banche acquistano obbligazioni: il taglio delle cedole e la regolamentazione.
Quando si attirano i depositi e non si fa nulla sul fronte degli asset, si accumulano riserve presso la Banca Centrale nazionale.
Ma le banche vogliono fare soldi e le obbligazioni generalmente rendono più delle riserve della Banca Centrale (grafico fig.1).
Basta considerare le normative (Liquidity Coverage Requirement – LCR) che obbligano le grandi banche a detenere circa il 20% del loro bilancio in asset liquidi (leggi: obbligazioni) … Ed ecco che le banche hanno enormi portafogli di investimento per staccare le cedole e rispettare le normative.
Come affrontano le banche la gestione del rischio di questi portafogli giganteschi?
Una banca prudente copre la maggior parte, se non la totalità, del rischio di tasso d’interesse che deriva dal portafoglio titoli con degli swap.
La banca acquista obbligazioni (riceve un tasso fisso) e paga swap (paga un tasso fisso) contro di esse come copertura.
Le banche guadagnano lo spread (di credito) tra i rendimenti delle obbligazioni e i rendimenti degli swap, e il gioco è fatto.
Ma ora arriva il trucco: la contabilità.
Gli swap sono derivati e il loro trattamento contabile standard è quello di colpire direttamente il conto economico della banca, causando così una certa volatilità immediata nei risultati finanziari della banca.
Alle banche questo non piace affatto.
È per questo che le autorità di regolamentazione consentono una cosa chiamata “ hedge accounting”: se si acquistano obbligazioni e si mettono in Available-For-Sale (AFS) e si utilizzano gli swap per coprire il rischio di tasso d’interesse, tutta la volatilità del conto economico viene meno.
La piccola volatilità della compensazione tra obbligazioni e swap colpisce la posizione patrimoniale della banca.
Semplice, zero drammi: poca volatilità perché i rischi sono coperti e un trattamento contabile favorevole (nessuna volatilità del conto economico).
Ma cosa succede se invece si registrano le obbligazioni in Held-To-Maturity (HTM)?
Negli Stati Uniti, una volta iscritte le obbligazioni in HTM, le regole contabili sono tali che la copertura del rischio di tasso d’interesse su queste obbligazioni è piuttosto punitiva.
Gli swap che coprono le obbligazioni HTM non ricevono un trattamento contabile favorevole e quindi colpiscono il conto economico della banca, mentre le obbligazioni non lo fanno, il che crea un’asimmetria molto fastidiosa e una volatilità del conto economico che le banche odiano.
Il risultato è che le banche statunitensi finiscono per NON coprire il rischio di interesse sulle obbligazioni HTM.
Questo è importante perché le perdite HTM accumulate su queste obbligazioni possono essere molto elevate
Le perdite sui titoli HTM di Charles Schwab (NYSE:SCHW) sono quasi il doppio (!) della sua posizione di capitale, e anche per le banche di importanza sistemica come Bank of America (NYSE:BAC) queste perdite potrebbero spazzare via metà del loro capitale!
Anche le grandi banche statunitensi rischiano di finire gambe all’aria  ???
Staremo a vedere cosa contengono i loro libri contabili….
Intanto:
(*) presidente Federpromm 
(**) asset management PFT international group   
Fig.1
fig. 2
fig. 3

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