Consulenti: ritornano le pagelle, rete per rete

Con i dati trasmessi da Assoreti relativi a dicembre 2022, si è di fatto conclusa la complessa annata della consulenza finanziaria italiana. Complicata più che altro per il contesto nel quale i professionisti e le reti hanno dovuto operare; tra iperinflazione, tumulti geopolitici, materie prime alle stelle, sicuramente non sono mancate le gatte da pelare. Tuttavia ancora una volta il sistema ha retto e gli oltre 44 miliardi di afflussi netti portati a casa nel corso dell’anno – secondo migliore risultato di sempre dopo il record del 2021– sono lì a dimostrarlo. Per valorizzare al meglio quanto fatto dalle protagoniste del mercato, BLUERATING ha voluto nuovamente stilare una sorta di “pagella” – già proposta per il primo semestre – sulla base di alcuni elementi di giudizio oggettivi raccolti nel 2022, cioè dati Assoreti su afflussi netti, procapite, procapite gestito e variazione organico. Per ciascuno di questi fattori abbiamo assegnato un punteggio a scalare, dal migliore al peggiore, sommando infine il montante complessivo dei punti ottenuti nelle quattro categorie; a questi numeri abbiamo infine affiancato una valutazione ragionata su quanto fatto dalle singole reti fino ad ora, con tanto di considerazione finale racchiusa, a seconda dei casi, in una parola o in una frase. Se la sfida per il 2023 deve ancora davvero iniziare, vediamo quali sono le posizioni sulla griglia di partenza delle principali reti italiane.

Azimut, SENZA VOTO

Nessuna posizione e nessun voto per Azimut. Il gruppo guidato da Pietro Giuliani ha infatti annunciato lo scorso dicembre la scelta di uscire da Assoreti (dopo avere fatto lo stesso con Assogestioni). Alla base della svolta, un certo “disallineamento” nella valorizzazione della raccolta della società, in particolare tra i dati complessivi interni e quelli comunicabili a Assoreti (relativi solo all’Italia). E pensare che nella scorsa pagella l’avevamo definita “incompresa”, ora il nostro giudizio appare quasi profetico…

11 posto: Consultinvest, CALIMERO

Niente da fare. Nonostante le speranze del primo semestre, Consultinvest non riesce a convincere e non si schioda dall’essere fanalino di coda. La verità è che più che la società, la cui serietà e valore del modello di consulenza non sono in alcun modo in discussione, a lasciare perplessi sono i numeri segnalati da Assoreti: ultima posizione per afflussi netti, ultima per procapite e penultima per procapite gestito. Ma il dato che lascia più interdetti è la diminuzione dell’organico di oltre 25 unità, segnale di una certa difficoltà sul fronte dei reclutamenti e dello sviluppo numerico della rete, nonostante nel recente passato la società si fosse mostrata molto attenta sul tema (basti citare la fusione nel 2021 con Solidarietà e Finanza). Riuscirà nel 2023 il gruppo guidato da Maurizio Vitolo a levarsi di dosso le scorie di questi numeri poco brillanti?

10 posto: Widiba, ASPETTANDO GODOT

Probabilmente il vero volto della rete si vedrà una volta definito con certezza il destino della capogruppo. Per ora Banca Widiba sembra vivere in un limbo di attesa, una società che vorrebbe spiccare il volo grazie alla originalità e alla qualità del proprio lavoro, ma che ancora non riesce a esprimersi al meglio. Spinta sul digitale, certificazione dei consulenti e servizi all’avanguardia sono tutti elementi che ci fanno prevedere un futuro roseo per i consulenti guidati da Nicola Viscanti, tuttavia, per ora, bisogna ancora attendere. Caso più unico che raro, nel settore italiano dell’advisory, di una capogruppo che è più un peso che un aiuto.

9 posto: Zurich Bank, DEBUTTANTE IN SORDINA

Nel valutare il lavoro di Zurich Bank abbiamo sommato quanto fatto da DBFA fino a settembre, ai primi tre mesi di emancipazione della nuova rete. Ne è uscito un risultato che in qualche modo va a “tamponare” un debutto decisamente in sordina per l’ultima nata del settore italiano della consulenza finanziaria; tra ottobre, novembre e dicembre 2022 infatti la società guidata da Silvio Ruggiu non è saputa andare molto sopra i 32,4 milioni di raccolta netta, subendo inoltre oltre 161 milioni di euro di deflussi in risparmio gestito. Ovviamente si tratta di numeri “fisiologici” dovuti al passaggio di proprietà, tuttavia per ora la forza del nuovo brand non sembra ancora avere espresso tutto il proprio potenziale. L’appuntamento con la gloria è ovviamente rimandato.

8 posto: Credem, STESSA SPIAGGIA, STESSO MARE

Nel luglio del 2022 il segmento dell’advisory aveva deciso di potenziare le sinergie tra le due anime del gruppo, Credem e Banca Euromobiliare, creando Credem – Euromobiliare Private Banking, società focalizzata sulla gestione della clientela con importanti patrimoni che rappresenta l’unione appunto di Banca Euromobiliare e della struttura di private banking di Credem. Una novità che per ora sembra avere inciso in maniera importante solo sul piano della brand awarness (anche perché il conferimento di ramo d’azienda è stato completato nel 2023), ma che sul fronte della classifica nulla di nuovo ha portato al gruppo, che di fatto si ritrova, al netto di Azimut, nella stessa posizione della pagella precedente. Ciò non significa che la forza del modello sia minimamente in discussione, d’altra parte lo spirito “tradizionalista” di Credem sembra confermare le performance storiche della propria advisory: una certa fatica che persiste nella raccolta procapite (peggiore risultato in assoluto), mentre l’amministrato è decisamente più brillante.

7 posto: CheBanca! IN ASCESA

Il 2022 è stato ancora un anno di crescita per CheBanca!, vera e propria regina delle realtà emergenti della consulenza finanziaria in Italia. La rete guidata da Duccio Marconi può vantare ottimi risultati nonostante un organico ancora inferiore ad altre società più strutturate: il procapite generale e quello relativo al gestito sono in buone posizioni, con il numero di consulenti operativi che ha ampiamente sfondato quota 500, avvicinandosi molto a Banca Widiba, ormai distante poco più di 20 unità. CheBanca! quindi non sembra volersi fermare neanche nel 2023 e le nuove scelte commerciali sono lì a dimostrarlo; proprio a inizio anno la società ha infatti deciso di rafforzare le attività di engagement con CheBanca! PremierClub, un’iniziativa pensata per offrire ai propri clienti esperienze personalizzate e contenuti dedicati. Per un futuro sempre in corsia di sorpasso.

6 posto: Fideuram Ispb, GULLIVER

Il gigante dell’advisory italiano è ancora lì, saldamente in cima alla classifica degli afflussi netti dell’industria. Bene anche la crescita dell’organico, con un aumento netto di 55 nuovi professionisti. Meno brillante la performance sul fronte del procapite, dove il numero elevato di consulenti va chiaramente a incidere sul risultato finale: insomma alla pari di “Gulliver”, Fideuram si mostra mastodontica per forza e dimensioni, un po’ meno efficace quando si tratta di “lavorare di fino”. Su questo fronte una mano potrebbe darla l’agilità della più minuta delle reti del gruppo, IW PI Sim, chiamata a fare un ulteriore salto di qualità dopo l’avvento a fine anno di Fabio Cubelli come nuovo direttore generale della società.

5 posto: Banca Generali, INDOMABILE

Esattamente come il leone che da sempre rappresenta il simbolo della capogruppo, Banca Generali è orgogliosamente tra i conclamati “re della savana” del risparmio gestito e della consulenza finanziaria in Italia. Stabilmente tra i migliori performer del mercato, la società guidata dall’amministratore delegato e direttore generale Gian Maria Mossa si gode la seconda posizione assoluta nel procapite totale, condita da altri ottimi piazzamenti  per quel che riguarda la raccolta netta, il procapite del gestito e i reclutamenti. E, siamo pronti a scommetterci, il ruggito del leone non smetterà di risuonare anche nel 2023.

4 posto: Bnp Paribas LB, PENDOLINO

E’ lei la vera sorpresa positiva di questa classifica di fine anno. Ben due stazioni conquistate (a giugno era in sesta posizione), per un treno che viaggia a tutta velocità incurante delle pericolose curve dei mercati. I life banker sono cresciuti oltre la quota delle 600 unità, portando a casa il secondo risultato assoluto nella categoria forse più prestigiosa, quella del procapite gestito. Il podio è sfiorato, ma la prestazione è certamente da incorniciare, per un 2022 che offre numeri importanti su tutti i fronti. Non c’è quindi congedo migliore per Ferdinando Rebecchi, che ha recentemente lasciato la funzione di responsabile della rete in favore dell’ex deputy head Luca Romano.

3 posto: Banca Mediolanum, FEDELE

Fedele al proprio modello, basato sulla valorizzazione della consulenza alla famiglia. Fedele agli insegnamenti dell’indimenticabile padre fondatore Ennio Doris, che proprio nei momenti di maggiore difficoltà dei mercati ha sempre saputo offrire il massimo supporto ai clienti della società. Un terzo posto che è figlio in primis della qualità della raccolta realizzata, con nessuna dei competitor che è stato capace di avere afflussi di gestito superiori agli oltre 4,4 miliardi di euro registrati dalla società, a riprova della fiducia da parte dei clienti che i family banker hanno saputo saldamente preservare.

2 posto: Allianz Bank FA ROCCIOSA

L’unico neo è quello di non essere la prima della classe, per il resto Allianz Bank ha vissuto un 2022 di altissimo livello. Alla società guidata da Paola Pietrafesa va lo scettro del procapite gestito, forse il risultato che esprime meglio la qualità della raccolta di una rete, a riprova di una consulenza offerta di grandissimo valore. D’altra parte il gruppo Allianz è ormai un ecosistema perfetto di prodotti e servizi finanziari  in grado di coprire pienamente le esigenze della clientela moderna e la proposta di advisory non può che beneficiarne appieno. Una solidità che ormai fa scuola.

1 posto: Fineco CERTEZZA

Come ogni fuoriclasse – questo era il giudizio che avevamo dato a metà anno – nei momenti importanti non si fa attendere. E così dopo il primo posto nella pagella a sei mesi, ecco che la squadra di Alessandro Foti riesce a confermarsi in cima alla classifica anche a fine dicembre. Dalla sua può vantare il secondo posto assoluto negli afflussi netti, il maggiore incremento di organico nel corso del 2022, il primato nel procapite totale e infine il terzo posto per quello relativo al gestito; risultati di prestigio che sommati tra di loro portano a una netta affermazione di Fineco sulle rivali, per una rete che non ha più bisogno di ulteriori complimenti.

 

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