A cura di Francesco Priore
Gianfranco CASSOL, o meglio il Dottore (Gianfranco CASSOL) come lo chiamavano tutti i suoi collaboratori, compresi i figli. Questo ci testimonia l’autorevolezza dell’uomo e del professionista cui tutti noi consulenti e risparmiatori dobbiamo essergli riconoscenti per quello che ha fatto per il mercato del risparmio italiano.
È stato già detto quasi tutto di quanto ha realizzato; perciò, mi piace ricordare i diversi episodi che hanno caratterizzato i nostri rapporti e alcune cose importanti di cui non si è parlato.
Gianfranco, nei primi anni ’70, quando Fideuram andò in crisi per l’IOS, lui ed Ennio erano usciti prima, realizzò con Dival la più grande rete italiana oltre 1.700 CF contro i 250 di Fideuram. Parlo proprio di lui, Dival di fatto era la rete di Gianfranco e credo che anche la parte amministrativa della rete fosse a casa sua a San Martino a Lupari, da dove partiva tutte le mattine col treno delle 4 a.m.
Mi aveva contattato telefonicamente in quel periodo, ma ci conoscemmo bene al ii Congresso Anasf quando lui ed Ennio entrarono nel direttivo e fecero associare tanti colleghi. Quando Ennio stava per uscire, Tenani che era Presidente Anasf, nonché loro manager nel periodo Fideuram, durante una riunione Anasf disse a Gianfranco “ho sentito dire che c’è del movimento nella tua rete” e Gianfranco “lo so, è tutto tranquillo, se ne sta occupando Ennio”. Nonostante le offerte plurimilionarie di Dival non accetto di rimanere lì, ma andò a costruire Interbancaria di BNL, mi offrì la responsabilità dell’Emilia, ma ero troppo affezionato a Fideuram dove rimasi per alcuni anni, oggi posso dire di troppo. Gli imprenditori rischiano, e Gianfranco era un maestro d’imprenditoria, ma dopo raggiungono sempre nuove mete.
Gianfranco ha creato altre reti, abbiamo avuto sempre splendidi rapporti, ho imparato molto da lui, mi appellava ”giovane, pur avendo io qualche anno più di lui, alla fine i nostri destini imprenditorial/professionali si sono fusi; mi era nota la volontà di Consultinvest di allearsi ad un gruppo importante e quella di Gianfranco di garantire la sopravvivenza della sua ultima struttura innovativa SOLFIN, così stabilii una relazione tra Gianfranco e Vitolo che si intesero sino ad arrivare alla fusione.
Il patrimonio che ci lascia Gianfranco a noi consulenti ed ai suoi figli è un patrimonio che non può essere depauperato, ma solo insipientemente dimenticato: quello culturale, che ha bisogno solo di essere seguito ed aggiornato, ma lo stesso discorso vale per la capacità imprenditoriale e innovativa. Senza persone come Gianfranco, Ennio e pochi altri avremmo un mercato del risparmiodi sicuro non orientato al cliente come quello che esiste in Italia.