Intesa SanPaolo: utile prossimo ai 2 mld di euro nel primo trimestre

I risultati del primo trimestre 2023 confermano la capacità del gruppo Intesa Sanpaolo di generare una redditività sostenibile anche in contesti complessi grazie al modello di business ben diversificato e resiliente, con un utile netto trainato dagli interessi netti che ha raggiunto quasi 2 miliardi di euro.

Nel dettaglio, l’utile netto è stato pari a 1.956 mln di euro, rispetto a 1.076 mln del 4° trim. 2022 e 1.043 mln del 1° trim. 2022; il risultato corrente lordo è risultato in crescita del 58% rispetto al 1° trim. 2022; il risultato della gestione operativa è in crescita del 22%; i proventi operativi netti sono aumentati dell’ 11,9% e i costi operativi sono in lieve aumento(+0,5%).

Per quanto attiene alla qualita’ del credito:

  • lo stock dei crediti deteriorati -2,1% vs fine 2022 al netto delle rettifiche di valore e +1,2% al lordo;
  • l’incidenza dei crediti deteriorati sui crediti complessivi è pari all’ 1,2% al netto delle rettifiche e al 2,4% al lordo, rispettivamente all’ 1% e al 2% secondo la metodologia eba;il
  • costo del rischio nel 1° trim 2023 annualizzato a 17 centesimi di punto (da 70 nel 2022, 30 se si escludono gli stanziamenti per l’esposizione a russia e ucraina, per overlay e per favorire il de-risking, al netto del parziale rilascio di rettifiche generiche effettuate nel 2020 per i futuri impatti di covid-19)
  • da notare poi l’elevata patrimonializzazione, largamente superiore ai requisiti normativi:

Il common equity tier 1 ratio al 31 marzo 2023, deducendo dal capitale è a quota 1,4 mld di dividendi maturati nel 1° trim. 2023, al 13,7% a regime, senza considerare circa 125 centesimi di punto di beneficio derivante dall’assorbimento delle imposte differite attive (dta), di cui circa 30 nell’orizzonte 2° trim. 2023 – 2025.

Il solido andamento economico e patrimoniale del trimestre, ha affermato il managemet, si è tradotto in una significativa creazione di valore per tutti gli stakeholder, fondata anche sul forte impegno ESG del Gruppo: in particolare, 1,4 miliardi di euro di dividendi maturati, 1,4 miliardi di euro di imposte  generate e aumentate di circa 300 milioni di euro rispetto al primo trimestre 2022 per effetto della crescita degli interessi netti che ha trainato l’aumento di circa 900 milioni di euro dell’utile netto, espansione del programma cibo e riparo per le persone in difficoltà (circa 24,3 milioni di interventi tra il 2022 e il primo trimestre 2023), rafforzamento delle iniziative per contrastare le disuguaglianze e favorire l’inclusione finanziaria, sociale, educativa e culturale (10,5 miliardi di euro di credito sociale e rigenerazione urbana tra il 2022 e il primo trimestre 2023).

La Divisione Private Banking, che serve il segmento di clientela di fascia alta (Private e High Net Worth Individuals) tramite Fideuram e le sue controllate Intesa Sanpaolo Private Banking, IW Private Investments, SIREF Fiduciaria, Intesa Sanpaolo Wealth Management, Reyl Intesa Sanpaolo, Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking Asset Management e Fideuram Asset Management Ireland, nel primo trimestre 2023 registra:

– proventi operativi netti per 754 milioni, pari a circa il 12% dei proventi operativi netti consolidati del gruppo (11% nel primo trimestre 2022); +3,9% rispetto a 726 milioni del quarto trimestre 2022 e +30,7% rispetto a 577 milioni del primo trimestre 2022;

– costi operativi per 229 milioni, -10,2% rispetto a 255 milioni del quarto trimestre 2022 e +4,1% rispetto a 220 milioni del primo trimestre 2022;

– un risultato della gestione operativa di 525 milioni, +11,5% rispetto a 471 milioni del quarto trimestre 2022 e +47,1% rispetto a 357 milioni del primo trimestre 2022;

– un cost/income ratio al 30,4% rispetto al 35,1% del quarto trimestre 2022 e 38,1% del primo trimestre 2022;

– un ammontare complessivo di accantonamenti e rettifiche di valore nette pari a 12 milioni, rispetto a 14 milioni del quarto trimestre 2022 e riprese di valore nette pari a 5 milioni del primo trimestre 2022;

– un risultato corrente lordo pari a 513 milioni, rispetto a 457 milioni del quarto trimestre 2022 e 362 milioni del primo trimestre 2022;

– un risultato netto pari a 343 milioni, rispetto a 284 milioni del quarto trimestre 2022 e 245 milioni del primo trimestre 2022.

La Divisione Asset Management, che fornisce soluzioni di asset management rivolte alla clientela del Gruppo, alle reti commerciali esterne al Gruppo e alla clientela istituzionale tramite Eurizon Capital. Ad Eurizon Capital fanno capo le controllate Eurizon Capital S.A., asset manager lussemburghese rivolto allo sviluppo sul mercato internazionale, Epsilon SGR, specializzata in prodotti strutturati, Eurizon Asset Management Slovakia a cui fanno capo Eurizon Asset Management Hungary e Eurizon Asset Management Croatia (polo dell’asset management nell’Est Europa), Eurizon Capital Real Asset SGR, dedicata ad asset class alternative, Eurizon SLJ Capital LTD, asset manager inglese concentrato su strategie macro e valutarie, Eurizon Capital Asia Limited e il 49% della società cinese di asset management Penghua Fund Management, nel primo trimestre 2023 registra:

– proventi operativi netti per 235 milioni, pari a circa il 4% dei proventi operativi netti consolidati del Gruppo (5% nel primo trimestre 2022); -1,3% rispetto a 238 milioni del quarto trimestre 2022 e -7,1% rispetto a 253 milioni del primo trimestre 2022;

– costi operativi per 52 milioni, -25,7% rispetto a 70 milioni del quarto trimestre 2022 e +6,1% rispetto a 49 milioni del primo trimestre 2022;

– un risultato della gestione operativa di 183 milioni, +8,9% rispetto a 168 milioni del quarto trimestre 2022 e -10,3% rispetto a 204 milioni del primo trimestre 2022;

– un cost/income ratio al 22,1% rispetto al 29,4% del quarto trimestre 2022 e 19,4% del primo trimestre 2022;

– un ammontare complessivo di accantonamenti e rettifiche di valore nette pari a 2 milioni, rispetto a un saldo nullo del quarto trimestre 2022 e del primo trimestre 2022;

– un risultato corrente lordo pari a 181 milioni, rispetto a 168 milioni del quarto trimestre 2022 e 204 milioni del primo trimestre 2022;

– un risultato netto pari a 129 milioni, rispetto a 115 milioni del quarto trimestre 2022 e 145 milioni del primo trimestre 2022.

La Divisione Insurance sviluppa l’offerta dei prodotti assicurativi rivolti alla clientela del Gruppo e include Intesa Sanpaolo Vita (che controlla anche Intesa Sanpaolo Assicura, Intesa Sanpaolo Life, Intesa Sanpaolo RBM Salute e Intesa Sanpaolo Insurance Agency) e Fideuram Vita. La Divisione Insurance nel primo trimestre 2023 registra:

– proventi operativi netti per 399 milioni, pari a circa il 7% dei proventi operativi netti consolidati del Gruppo (7% anche nel primo trimestre 2022); +12,4% rispetto a 355 milioni del quarto trimestre 2022 e +9,3% rispetto a 365 milioni del primo trimestre 2022;

– costi operativi per 83 milioni, -28,4% rispetto a 116 milioni del quarto trimestre 2022 e -1,2% rispetto a 84 milioni del primo trimestre 2022;

– un risultato della gestione operativa di 316 milioni, +32,2% rispetto a 239 milioni del quarto trimestre 2022 e +12,5% rispetto a 281 milioni del primo trimestre 2022;

– un cost/income ratio al 20,8% rispetto al 32,7% del quarto trimestre 2022 e 23% del primo trimestre 2022;

– riprese di valore nette pari a 2 milioni, rispetto a 101 milioni del quarto trimestre 2022 e un saldo nullo del primo trimestre 2022;

– un risultato corrente lordo pari a 318 milioni, rispetto a 348 milioni del quarto trimestre 2022 e 281 milioni del primo trimestre 2022;

– un risultato netto pari a 210 milioni, rispetto a 228 milioni del quarto trimestre 2022 e 208 milioni del primo trimestre 2022.

Le prospettive

La formula del Piano di Impresa 2022-2025 è confermata e le relative iniziative industriali sono ben avviate, con una prospettiva di chiaro e forte rialzo per l’obiettivo di 6,5 miliardi di euro di utile netto nel 2025 derivante dall’aumento dei tassi di interesse.

Per il 2023 si prevede un significativo aumento del risultato della gestione operativa, derivante da una solida crescita dei ricavi trainati dagli interessi netti (interessi netti nel 2023 attesi pari a oltre 13 miliardi di euro) e da un continuo focus sul cost management, e un forte calo delle rettifiche di valore nette su crediti, con una conseguente crescita dell’utile netto a circa 7 miliardi di euro.

Si prevede una forte distribuzione di valore:
– payout ratio cash pari al 70% dell’utile netto consolidato per ciascun anno del Piano di Impresa;
– eventuale ulteriore distribuzione da valutare anno per anno.

Si prevede una solida patrimonializzazione, con un Common Equity Tier 1 ratio a regime – confermando l’obiettivo superiore al 12% nell’orizzonte del Piano di Impresa 2022-2025 secondo le regole di Basilea 3 / Basilea 4 – pari nel 2025 a circa il 14,5% ante Basilea 4, a circa il 14% post Basilea 4 e a circa il 15% post Basilea 4 includendo l’assorbimento delle DTA (che avverrà per la gran parte entro il 2028), tenendo conto del predetto payout ratio previsto per gli anni del Piano di Impresa e non considerando un’eventuale ulteriore distribuzione.

 

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