Azimut: crescita a doppia cifra per l’utile

Il CdA di Azimut Holding ha approvato il resoconto intermedio di gestione al 31 marzo 2023. I risultati della gestione evidenziano i seguenti dati salienti:

I ricavi totali di Azimut Holding ammontano a 326,3 milioni di euro nel primo trimestre dell’esercizio in corso rispetto a 327,2 milioni dello stesso periodo del 2022, nonostante il deconsolidamento di Sanctuary. Le commissioni di gestione ricorrenti si attestano a 284,8 milioni  (rispetto a 257 milioni del primo quarter 2022), in aumento dell’11% rispetto all’anno precedente grazie alla crescita delle masse totali e all’introduzione del nuovo pricing a partire da aprile 2022. I ricavi assicurativi ammontano a 29,1 milioni rispetto ai 22,7 milioni dell’anno precedente, la cui crescita è in gran parte riconducibile alle commissioni di performance. Ciò nonostante, i ricavi totali scontano un minore contributo delle commissioni di performance dei fondi comuni di investimento che si attestano a  4,1 milioni che si confrontano con i 33,6 milioni del primo trimestre del 2022, favoriti dalla cristallizzazione delle commissioni di performance secondo il vecchio metodo di calcolo, prima dell’introduzione del già citato nuovo pricing.

I costi operativi totali sono diminuiti dell’8% a € 176,6 milioni (rispetto a 191,9 milioni). Il miglioramento è stato sostenuto dal deconsolidamento di Sanctuary, parzialmente assorbito dal cambio di perimetro di consolidamento in Australia e in Italia e dal contesto inflazionistico. I costi di distribuzione ammontano a 96,6 milioni (vs. 120,4 milioni) e beneficiano dei risparmi sui costi con alcune parti terze connesse alla rete in Italia. I costi generali e le spese amministrative aumentano a 75,7 milioni (vs. 62,4 milioni) a causa del cambio di perimetro di consolidamento in Australia e in Italia, che ha comportato maggiori ricavi ricorrenti ma anche un incremento dei costi, oltre che dal contesto inflazionistico. Gli ammortamenti e gli accantonamenti sono diminuiti a 4,4 milioni (contro i 9,1 milioni del primo trimestre del 2022), grazie all’effetto positivo del rilascio di un accantonamento per cause legali che si sono concluse favorevolmente.

L’utile operativo è cresciuto dell’11% a 149,6 milioni (rispetto ai 135,3 milioni del primo trimestre del 2022) e il margine operativo si è attestato al 46%, in aumento rispetto al 41% registrato nel 1Q 2022, grazie allo sviluppo dei ricavi totali e alla riduzione dei costi.

Le imposte sul reddito ammontano a 64,1 milioni di euro nel primo trimestre 2023 rispetto a 32,5 milioni di euro dello stesso periodo del 2022. Ad aprile 2023, Azimut ha siglato un accordo con l’Agenzia delle Entrate per richieste fiscali relative ad alcune attività intercompany riguardanti i periodi d’imposta dal 2016 al 2021. Nel 2015, Azimut aveva concordato con l’Agenzia delle Entrate una metodologia di transfer pricing e di ripartizione dei costi tra le società controllate del gruppo. A seguito di una consueta revisione dell’accordo originale, entrambe le parti hanno concordato una messa a punto del modello. Di conseguenza, Azimut verserà un importo una tantum di 26,4 milioni di euro, compresi gli interessi, per il periodo in esame di sei anni.

L’utile netto adjusted ammonta a 127,1 milioni (rispetto a 95,5 milioni nel primo quarter del 2022) ed evidenzia un incremento del 33%.

La Posizione Finanziaria Netta consolidata a fine marzo 2023 risulta positiva per circa 349 milioni, in crescita di 55,9 milioni rispetto alla fine di dicembre, nonostante siano state fatte acquisizioni e investimenti per circa 90 milioni . La posizione finanziaria netta a fine marzo non include il dividendo per cassa di 1,30 euro per azione approvato dall’Assemblea degli azionisti e che verrà pagato il 24 maggio 2023.

Positiva l’attività di reclutamento in Italia di consulenti finanziari e private banker: nei primi tre mesi del 2023 il Gruppo e le sue divisioni hanno registrato 42 nuovi ingressi, portando il totale del Gruppo Azimut a fine marzo a 1.869 unità.

Infine, sulla base delle informazioni a disposizione della società e delle dichiarazioni rese dagli Amministratori indipendenti e dai Sindaci, il Consiglio di Amministrazione ha valutato il possesso dei requisiti di indipendenza, definiti dall’art.147-ter, quarto comma e dall’art. 148, terzo comma del TUIF e dal Codice di Autodisciplina, dei predetti soggetti.

Raccolta netta in aprile

Il gruppo Azimut ha registrato nel mese di aprile 2023 una raccolta netta positiva per 270 milioni. La raccolta da inizio anno raggiunge così 2,8 miliardi, di cui il 70% della raccolta netta è stato indirizzato in prodotti di risparmio gestito. Azimut ha continuato il suo percorso di forte crescita nel segmento dei Private Markets con gli AuM che hanno raggiunto i 6,9 miliardi a fine aprile 2023 (oltre 11 volte rispetto all’inizio del 2020), pari al 12% delle masse gestite. Il totale delle masse comprensive del risparmio amministrato si attesta a fine aprile a 82,7 miliardi, di cui 57 miliardi fanno riferimento alle masse gestite, con un incremento del 5% dall’inizio dell’anno.

Pietro Giuliani, presidente del gruppo, ha sottolineato: “Mi sembra che i “gufi” degli inducement siano rimasti male e che la realtà evidenzi come i nostri oltre 400mila clienti al mondo, di cui 240mila in Italia, continuino a ricevere da Azimut performance nette positive sui loro investimenti (performance media ponderata netta del 8,4%) e che Azimut sia in grado di generare utili netti importanti per gli azionisti (utile netto adjusted di 127 milioni di euro nel primo trimestre 2023). Inoltre, abbiamo appena lanciato il nostro nuovo prodotto su auto storiche, primo ed unico fondo d’investimento evergreen e sostenibile sul settore al mondo, che consente ad Azimut di espandersi ulteriormente sulla clientela di fascia alta, valorizzando e contribuendo al rafforzamento dei tecnici e del know-how che l’Italia ha sempre espresso nel settore dell’auto”.

Gabriele Blei, ad del gruppo, ha commentato: “Abbiamo proseguito il nostro percorso di crescita anche nel mese di aprile. Abbiamo firmato un mandato importante in Turchia, tuttavia la componente gestita ha risentito dei deflussi da parte di alcuni fondi istituzionali da fondi monetari e di un contributo negativo dal Brasile a causa delle continue turbolenze sul mercato del credito. Nel segmento dei mercati privati, siamo lieti di annunciare un ulteriore closing di oltre 100 milioni di euro per il nostro fondo Infrastrutture per la Crescita – ESG in aprile, le cui masse superano ormai i 630 milioni di euro, a conferma del continuo interesse degli investitori istituzionali per le nostre soluzioni. Tenendo conto degli altri closing nel mese, la raccolta nel segmento dei private markets ha superato i 580 milioni di euro dall’inizio dell’anno. I risultati del primo trimestre hanno evidenziato ancora una volta i vantaggi del nostro modello di business integrato e diversificato, in grado di generare 50 punti base di margine d’utile netto. Anche se le condizioni attuali di mercato si sono discostate dalla nostra ipotesi di base, riconfermiamo i nostri obiettivi di 6-8 miliardi di euro di raccolta netta e di 450 milioni di euro di utile netto per il 2023”.

Alessandro Zambotti, ad e CFO del Gruppo, ha aggiunto: “I risultati del primo trimestre 2023 evidenziano una crescita trimestrale dei ricavi e una riduzione dei costi che hanno portato a un margine operativo del 46%, uno dei migliori del settore. I ricavi ricorrenti diversificati sono sostenuti dalla crescita delle masse totali e da una quota crescente di ricavi provenienti dai mercati privati, il cui contributo è destinato a crescere con l’aumento delle masse e tuttora non tiene conto del potenziale carried interest che maturerà in futuro. Il raggiungimento di 127 milioni di euro di utile netto adjusted nel primo trimestre costituisce una solida base per il resto del 2023 e continua a generare flussi di cassa significativi per continuare ad offrire ritorni attrattivi agli azionisti, a sostenere i nostri piani di espansione e a proseguire il nostro percorso di riduzione della leva finanziaria”.

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