Consulenza, il racconto del veterano che ha deciso di cambiare mandante

Intervista esclusiva al dottor Nicola Scambia, uno dei consulenti finanziari veterani della consulenza finanziaria, dopo il cambio di banca di qualche mese fa. Ha accettato l’intervista a patto di non indicare il nome delle banche.  A febbraio il dottor Scambia si è dimesso dalla banca dove operava.

Come ha interrotto il rapporto di lavoro? Perché ha cambiato banca? Come si è lasciato con il management? Come è stato il passaggio nella nuova banca?

Ho rassegnato le dimissioni per intraprendere un progetto nuovo che mi permette di lavorare professionalmente al top e ponendo al centro il cliente senza condizionamenti. Pur avendo chiuso il rapporto, mantengo grande stima nei confronti del management del gruppo della mia ex banca e sono sicuro che possiedono mezzi e capacità per diventare una banca leader nel mercato.

Al contrario, sono molto rammaricato che ancora oggi, dopo quasi quattro mesi, non siano stati effettuati i trasferimenti di tutti gli asset finanziari dei clienti che mi hanno voluto seguire nella nuova banca; ritengo che alcune procedure siano poco efficienti e non tengano conto delle reali esigenze della clientela.

Forse è solo colpa di una esagerazione di processi interni ma, se fosse così, ciò avvallerebbe la mia decisione di cambiare banca e ripartire in una realtà più efficiente ed efficace.

Come si evolverà l’attività dei consulenti finanziari nei prossimi anni?

Il lavoro del consulente finanziario diventerà sempre più divertente e ricco di soddisfazioni grazie anche alla tecnologia. Il consulente finanziario è l’unica persona a cui interessa il bene del cliente, non ci sono dubbi su questo aspetto. Ciò che trovo davvero un problema sono tutte le restrizioni operative che il regolatore ha dovuto fissare per colpa di Ragazzacci che scorrazzano nel settore impunemente. Ma la tecnologia permetterà sempre di più a ogni banca di controllare l’operato di ogni singolo consulente finanziario e chi lavorerà male potrà anche essere invitato a cambiare lavoro. Mentre chi lavora bene dovrebbe essere autorizzato a lavorare senza inutili laccioli. Un consulente senior esperto non può avere la stessa operatività di un consulente junior o di uno dei tanti T-Rex che si incontrano in questo mestiere.

Perché ritiene che sia divertente e interessante il lavoro del consulente finanziario?

Ogni anno i mercati finanziari sono travolti da eventi che ne condizionano l’andamento: crisi energetiche, tassi, inflazione, guerre, scandali finanziari e tanto altro. Sapersela cavare in questa tempesta di eventi con milioni di strumenti finanziari a disposizione che ti permettono di cambiare classe di investimento con un semplice click lo trovo straordinario, sfidante, cerebrale. È il mio lavoro, e lo faccio con passione. Approcciarsi ai mercati finanziari però non è per tutti: bisogna essere predisposti alle materie matematiche, leggere molto e di tutto, avere pazienza, avere una buona dose di cinismo, avere sangue freddo e la capacità di analizzare la situazione, magari andando controcorrente. Completa la formazione di un consulente finanziario segnarsi ogni singola operazione che raccomanda ai clienti: solo così si impara dai propri errori e solo in questo modo se ne faranno sempre meno.

Le raccomandazioni che manda ai clienti come le matura?

Se raccomando uno strumento finanziario lo faccio solo dopo aver letto e approfondito le analisi di chi a sua volta raccomanda di comprarlo e soprattutto di chi raccomanda di venderlo. In questo mondo mi faccio una mia opinione indipendente. Le raccomandazioni di acquisto e di vendita che ricevono elettronicamente i clienti, nel rispetto del loro profilo di rischio, sono le stesse che faccio per il mio portafoglio di investimenti.

Che portafoglio sente di raccomandare oggi?

In un contesto di incertezza come quello attuale, sia per quanto riguarda la geopolitica sia per quel che riguarda l’economia e la finanza, il portafoglio che oggi raccomando propone ai clienti una buona componente su obbligazioni bancarie europee che garantiscono un 7% annuo fino alla scadenza, una buona componente su fondi asimmetrici con andamenti antitetici all’andamento dei mercati, che aiuti a mitigare le perdite in caso di panico dei mercati, una percentuale in fondi globali/settoriali scegliendo gestori di lungo corso, che hanno già vissuto situazioni analoghe a quelle attuali e che possono far crescere il capitale, infine una percentuale minima di titoli azionari che possa fare molto bene..

 

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